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“Un palmo, tanto, nella man ti metto, /cosa che in sulla punta ha una fessura./ Si mena, e nel menar fa un certo effetto,/ che è spande suo licor da la fessura./L’uomo perpetuar fa sulla terra./ Se alcuno pensa a mal di certo erra”. «La mia prima penna, un’asticella di legno con diversa da un “lapissi”, il suo viola rimase il colore mio preferito e per fortuna non ho fatto l’attore come a lungo ho desiderato – scriveva lo scrittore Sharo Gambino ricordando la sua prima elementare – un’estremità era inserita in un cilindretto metallico adattato a sostenere il pennino, col quale attingere dal calamaio l’inchiostro da spalmare in sottili segni sul quaderno.

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