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REGGIO CALABRIA – Lo Stretto di Messina è stato definito in mille modi, immortalato in mille altri, filmato anche nelle viscere. Ma nessuno zoom sul braccio di mare più bello e tormentato al mondo, vale quanto il mitico Pilone di Santa Trada. Per la prima volta nella storia di questa mitica struttura, Il Quotidiano della Calabria e la RadioTelevisione regionale Gs Channel News, hanno fatto un reportage completo di questa megaopera, entrando nel libro internazionale dei record assoluti, per aver avuto, prime al mondo, le porte aperte dell’intera struttura, non solo delle isole di intervallo, ma dalle fondazioni sino all’apice estremo del Pilone. Gs Channel News ha così realizzato la più alta trasmissione televisiva d’Europa di sempre, battendo un emittente francese che dalla Torre Eiffel (quota 316 m dello studio tv+51 di dislivello sul mare della capitale francese),aveva diffuso uno speciale sul monumento parigino 23 anni fa. Eretto fra il’55 ed il ‘58, anno in cui entrò in funzione il traliccio elettrostatico più alto del pianeta, il Pilone di Santa Trada è il gemello omologo e corrispondente del pilone di Punta Faro a Ganzirri, che ne condivide al millimetro quote dimensionali e tecniche.
Le misure riportano 225 metri d’altezza dalle zampe d’appoggio, 75 metri di interasse della mensola più larga, quella che ospitava 4 dei 6 cavi elettrici. Gli 8,50m di altezza in più che nella storia sono stati erroneamente accreditati alla torre siciliana, sono quelli della piattaforma d’appoggio di calcestruzzo armato, costruita sul litorale sabbioso siculo, per motivi di stabilità strutturale ed innalzamento della catenaria(parabola rovesciata) di discesa dei cavi. Il Pilone è posto in un incrocio di latitudine e longitudine strategicamente perfetto, frutto al tempo di lunghi e approfonditi studi. Già dalla mensola principale quotata a 200 metri esatti da terra, lo spettacolo è impressionante, con la vista congiunta dell’Etna, di tutto lo Stretto di Messina, di tutte le Isole Eolie, di Milazzo, della Costa Viola e del Porto di Gioia Tauro. L’affaccio dal Pilone di Santa Trada, raggiunge infatti quasi la quota altimetrica espressa dalle Torri Gemelle, che avevano al metro 404 dei 417 misurati alla livelletta verticale, il punto d’osservazione sulla città di New York. E’ come quindi se ci fosse una delle due Twin Tower sullo Stretto, con la formidabile differenza che una struttura aperta, incute molto più timore di una struttura chiusa come un grattacielo. I gradini per passare dal livello terra all’ultima delle mensole in quota, quella all’apice assoluto, sono ben 2240, tanto che salire e soprattutto scendere dal Pilone di Santa Trada, richiede un ottimo allenamento. La pendenza raggiunta dalle scale è infatti di ben 55 gradi, molto rilevante. I piloni sono stati dismessi il 26 febbraio del 1992, dopo 34 anni in cui hanno elettrificato l’intera Sicilia Orientale. Fra i due tralicci correvano sei cavi da 36 mm ciascuno, lontani fra loro 25 metri per non collidere sotto l’azione del vento in quota. La bassa conduzione elettrica di questa soluzione, sostituita dal passaggio di cavi di conduzione posati da vent’anni sott’acqua, era da addebitare alla spessa anima acciaiosa, molto più dispersiva come quota energetica, che rivestiva il cavo di rame, realizzata per dare resistenza alle sollecitazioni flesso-torsionali. Anche le estremità delle mensole che portavano il carico dei cavi laterali, sono ancorate a una tiranteria molto flessibile, che flette vistosamente al passaggio a piedi. Il pilone è una struttura ideale a livello ingegneristico, perché usa lo schema della trave reticolare: snello e aerodinamico, il traliccio fa lavorare ogni singolo elemento del suo telaio, nei due soli sensi orizzontale e verticale, aspetto che rende la trave reticolare ideale per molti tipi di strutture che devono essere molto snelle e resistenti. Le 4 zampe d’appoggio contano ben 16 bulloni passanti con filettatura da 108 millimetri, annegati in appoggi di calcestruzzo armato, spessi ben 150 cm: le fondamenta dei piloni sono degli impressionanti bunker. Anche la posizione dei piloni, con il vertice avanzato, li rende più resistenti alle flessione dovuta al carico statico e dinamico dei cavi, che si prolungavano anche dopo il passaggio sulle carrucole dei piloni, estendendosi sino alle centrali elettriche di riferimento, risultando così i più lunghi del mondo.
REGGIO CALABRIA – Lo Stretto di Messina è stato definito in mille modi, immortalato in mille altri, filmato anche nelle viscere. Ma nessuno zoom sul braccio di mare più bello e tormentato al mondo, vale quanto il mitico Pilone di Santa Trada. Per la prima volta nella storia di questa mitica struttura, Il Quotidiano della Calabria e la RadioTelevisione regionale Gs Channel News, hanno fatto un reportage completo di questa megaopera, entrando nel libro internazionale dei record assoluti, per aver avuto, prime al mondo, le porte aperte dell’intera struttura, non solo delle isole di intervallo, ma dalle fondazioni sino all’apice estremo del Pilone. Gs Channel News ha così realizzato la più alta trasmissione televisiva d’Europa di sempre, battendo un emittente francese che dalla Torre Eiffel (quota 316 m dello studio tv+51 di dislivello sul mare della capitale francese),aveva diffuso uno speciale sul monumento parigino 23 anni fa. Eretto fra il’55 ed il ‘58, anno in cui entrò in funzione il traliccio elettrostatico più alto del pianeta, il Pilone di Santa Trada è il gemello omologo e corrispondente del pilone di Punta Faro a Ganzirri, che ne condivide al millimetro quote dimensionali e tecniche.
Le misure riportano 225 metri d’altezza dalle zampe d’appoggio, 75 metri di interasse della mensola più larga, quella che ospitava 4 dei 6 cavi elettrici. Gli 8,50m di altezza in più che nella storia sono stati erroneamente accreditati alla torre siciliana, sono quelli della piattaforma d’appoggio di calcestruzzo armato, costruita sul litorale sabbioso siculo, per motivi di stabilità strutturale ed innalzamento della catenaria(parabola rovesciata) di discesa dei cavi. Il Pilone è posto in un incrocio di latitudine e longitudine strategicamente perfetto, frutto al tempo di lunghi e approfonditi studi. Già dalla mensola principale quotata a 200 metri esatti da terra, lo spettacolo è impressionante, con la vista congiunta dell’Etna, di tutto lo Stretto di Messina, di tutte le Isole Eolie, di Milazzo, della Costa Viola e del Porto di Gioia Tauro. L’affaccio dal Pilone di Santa Trada, raggiunge infatti quasi la quota altimetrica espressa dalle Torri Gemelle, che avevano al metro 404 dei 417 misurati alla livelletta verticale, il punto d’osservazione sulla città di New York. E’ come quindi se ci fosse una delle due Twin Tower sullo Stretto, con la formidabile differenza che una struttura aperta, incute molto più timore di una struttura chiusa come un grattacielo. I gradini per passare dal livello terra all’ultima delle mensole in quota, quella all’apice assoluto, sono ben 2240, tanto che salire e soprattutto scendere dal Pilone di Santa Trada, richiede un ottimo allenamento. La pendenza raggiunta dalle scale è infatti di ben 55 gradi, molto rilevante. I piloni sono stati dismessi il 26 febbraio del 1992, dopo 34 anni in cui hanno elettrificato l’intera Sicilia Orientale. Fra i due tralicci correvano sei cavi da 36 mm ciascuno, lontani fra loro 25 metri per non collidere sotto l’azione del vento in quota. La bassa conduzione elettrica di questa soluzione, sostituita dal passaggio di cavi di conduzione posati da vent’anni sott’acqua, era da addebitare alla spessa anima acciaiosa, molto più dispersiva come quota energetica, che rivestiva il cavo di rame, realizzata per dare resistenza alle sollecitazioni flesso-torsionali. Anche le estremità delle mensole che portavano il carico dei cavi laterali, sono ancorate a una tiranteria molto flessibile, che flette vistosamente al passaggio a piedi. Il pilone è una struttura ideale a livello ingegneristico, perché usa lo schema della trave reticolare: snello e aerodinamico, il traliccio fa lavorare ogni singolo elemento del suo telaio, nei due soli sensi orizzontale e verticale, aspetto che rende la trave reticolare ideale per molti tipi di strutture che devono essere molto snelle e resistenti. Le 4 zampe d’appoggio contano ben 16 bulloni passanti con filettatura da 108 millimetri, annegati in appoggi di calcestruzzo armato, spessi ben 150 cm: le fondamenta dei piloni sono degli impressionanti bunker. Anche la posizione dei piloni, con il vertice avanzato, li rende più resistenti alle flessione dovuta al carico statico e dinamico dei cavi, che si prolungavano anche dopo il passaggio sulle carrucole dei piloni, estendendosi sino alle centrali elettriche di riferimento, risultando così i più lunghi del mondo.
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