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Il ministro dell'economia Roberto Gualtieri

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SI ALLUNGA il tempo della zona rossa per Calabria, Piemonte, Lombardia e Valle d’Aosta, cui si aggiunge l’Abruzzo, e di quella arancione per Puglia e Sicilia: l’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, l’ha prolungata fino al 3 dicembre (LEGGI). Altre regioni, o parti di esse, potrebbero cambiare colore, rendendo necessario allargare la rete di protezione e sostegno per le attività colpite dalla restrizioni anti Covid. Ieri sera sul tavolo del Consiglio dei ministri – slittato dalle 19 alle 22 – era atteso un nuovo decreto Ristori, il terzo, con una dotazione finanziaria che nei vertici svoltisi in serata è passata dai 1,3 1,4 annunciati dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, in mattinata a 2 miliardi, che serviranno per “seguire” le ricadute economiche delle misure previste dall’ultimo Dpcm.

Ad accompagnarlo la richiesta di un nuovo scostamento di bilancio che dovrebbe essere di 8 miliardi per ulteriori interventi che saranno contenuti in un Ristori Quater che dovrebbe essere varato subito dopo l’ok del Parlamento, tra fine novembre e inizio dicembre. Il voto delle Camere sullo scostamento è previsto per il 26 novembre.

STAFFETTA PER GLI AIUTI

Una nuova richiesta di deficit verrà sottoposta alle Camere all’inizio del prossimo anno, in modo da poter assicurare gli aiuti che una pandemia dall’andamento ancora poco prevedibile potrebbe richiedere. «Metteremo altre risorse, circa 1,3-1,4 miliardi (passate poi a 2, ndr) nel fondo che consente di finanziare i ristori in automatico alle regioni che peggiorano di fascia – ha affermato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, parlando al mattino – Poi, per poter usare un’altra parte di risorse dovuta ad un andamento economico un po’ migliore delle previsioni, per stare più o meno intorno al deficit stimato quest’anno del 10,8%, chiederemo al Parlamento l’autorizzazione a uno scostamento che ci darà alcuni miliardi aggiuntivi per rafforzare le misure di sostegno economico e accompagnare l’economia nella fine d’anno». «Vedremo le cifre, ma anche col miliardo e 4 che metteremo nel decreto di oggi che ci porta a 100 miliardi» di spese aggiuntive «stiamo sotto il 10,8%» di deficit «di circa 6 miliardi, questo al netto delle risorse del ristori 1 e 2 – aveva spiegato il ministro – Abbiamo avuto con 100 miliardi di spesa un deficit più basso perché abbiamo avuto maggiori entrate, oltre a minori uscite per la cig e all’impatto della ripresa più forte (nel terzo trimestre, ndr), tutto questo già scontando il rallentamento».

A inizio nuovo anno, in parallelo alla legge di bilancio, ha proseguito il ministro, «a seconda della situazione economica e sanitaria, faremo un ulteriore e ultimo scostamento per concludere questa fase di aiuti che saranno modulati proporzionalmente alla situazione dell’economia, accompagnando la seconda ondata che è stata più forte del previsto e andare alla fase post-Covid». Lo scostamento targato 2021 dovrebbe aggirarsi sui 20 miliardi. Oltre alle nuove risorse per le imprese costrette a fermarsi o a limitare la propria attività a causa del cambio di “colore”, per le quali non sarà, quindi, necessario ricorrere allo scostamento di bilancio, nel Ristori Ter saranno inoltre estese alcune norme del bis, come il credito d’imposta sugli affitti e il rinvio delle scadenze fiscali per gli Isa.

IL DECRETO QUATER

Nel Quater dovrebbe trovare spazio anche il rinvio delle scadenze fiscali (acconti Irpef, Irap e Ires di fine novembre, contributi previdenziali e ritenute fiscali dei dipendenti di metà dicembre e l’acconto Iva del 27 dicembre) e delle rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio, che altrimenti ripartirebbero il 10 dicembre. Lo stop dovrebbe riguardare le imprese fino a 50 milioni di fatturato con perdite di almeno il 33%. Il calcolo delle perdite dovrebbe essere basato sul confronto fra il 1° semestre 2020 e il primo del 2019 per le scadenze di novembre e su novembre 2020, rapportato al novembre 2019, per i versamenti di dicembre

LA SCURE SULLA MANOVRA

Intanto, sulla legge di bilancio si è abbattuta la “scure” della commissione Bilancio della Camera che ha proposto lo stralcio di 30 norme considerate estranee alla manovra perché ordinamentali, di carattere prevalentemente organizzatorio o localistiche. Salta, tra l’altro, la norma che prevedeva il rinvio al 2022 dell’entrata in vigore del federalismo fiscale ma anche l’istituzione di un tavolo ad hoc a Palazzo Chigi per il Giubileo 2025. Via anche le norme per la liquidazione della società Stretto di Messina Spa, i fondi per il progetto Mantova Hub e, tra le misure “microsettoriali” il finanziamento con 1 milione della Fondazione Orchestra giovanile Luigi Cherubini. Si chiede di eliminare anche la proroga dell’operatività del gruppo di supporto digitale alla presidenza del Consiglio creato per l’emergenza Covid perché «di carattere organizzativo e priva di effetti finanziari».

Stralciati gli articoli relativi alla rappresentatività sindacale ai fini della contrattazione collettiva nella Pa, all’impignorabilità delle somme relative a depositi cauzionali di diritti doganali e degli ordini di accreditamento presso la Banca d’Italia a favore di funzionari delegati dell’Agenzia delle dogane per il rimborso di tributi a privati e l’ampliamento della normativa sul whistleblowing anche ai concessionari dell’Agenzia delle dogane.


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