X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

CROTONE – Si chiamava Rebecca. Era il nome dato a una neonata che ha vissuto meno di due giorni e il cui corpicino è sotto sequestro nell’obitorio di Crotone perché forse è il quarto caso di malasanità, nel giro di quattro mesi, per gestazioni problematiche all’ospedale. La quarta morte di parto sospetta in quattro mesi.  L’ospedale di Crotone, nel marzo scorso teatro diretto di un blitz dei carabinieri del Nas di Cosenza, è sempre più nella bufera. Lo scorso 20 gennaio la diciannovenne Rita Gessica Spina è spirata in ospedale, dopo aver dato alla luce, due giorni prima, il piccolo Antonio. Undici indagati tra medici e infermieri. Lo scorso 5 febbraio la piccola Carmen Daniele è morta a sette giorni dalla nascita mentre allattava dalla madre nella sala d’attesa del pediatra, a Petilia Policastro. Quattro medici indagati. Cinque, invece, gli indagati per la morte del piccolo Giuseppe Branca, estratto senza vita dal grembo della madre, avvolto da tre giri di cordone intorno all’addome. Ma se torniamo un po’ più indietro nel tempo, c’è da ricordare che la stessa sciagura è piovuta addosso  due volte su Anastasia Locanto e Cesare Bonofiglio, una giovane coppia di Roccabernarda, che ancora chiede di sapere perché non è stata fatta l’autopsia sul corpicino di un bimbo morto 48 ore dopo la nascita, avvenuta, nel giugno 2010, nell’ospedale San Giovanni di Dio. Arriviamo al dicembre 2011. Nuova morte neonatale, stavolta all’ospedale Pugliese di Catanzaro. Stavolta la coppia si rivolge a un legale. L’avvocato Silvestro Seminara presenta un esposto e si apre l’inchiesta. Vengono indagati ginecologi, neonatologi, infermieri, ma l’autopsia chiarisce che il bimbo è nato con gravi malformazioni.  Il dubbio è se tra i due episodi ci siano connessioni.

Il servizio completo a cura di Antonio Anastasi sull’edizione odierna de Il Quotidiano

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE