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UNA giornata per celebrare la Polizia che compie quest’anno i suoi 160 anni di attività. Una forza dell’Ordine che nel tempo ha saputo conquistare la fiducia dei cittadini combattendo al loro fianco e per loro per il rispetto dei diritti di ciascuno. Ieri in tutta la regione si sono susseguite le manifestazioni per celebrare il corpo e in particolare a Catanzaro all’interno della Questura, dinnanzi alla lapide in ricordo dei caduti della Polizia di Stato, è stata deposta una corona d’alloro dal Questore, Vincenzo Roca, e dal Prefetto, Antonio Reppucci. Nel corso della cerimonia il questore ha evidenziato che «il dipartimento della pubblica sicurezza ha scelto come tema la frase: ‘Storia di Coraggio e Innovazione’. È indiscutibile che i 160 anni di storia della Polizia, caratterizzati dalle virtù eroiche e dal senso del dovere dei suoi appartenenti, siano stati segnati da mutamenti epocali, nel modo di gestire la sicurezza territoriale, i rapporti con i cittadini e di svolgere le funzioni di Polizia. In questi ultimi 30 anni, la capacità di rinnovarsi della Polizia di Stato ha fatto accrescere fortemente la sua legittimazione sociale, non solo in termini di apprezzamento dei risultati conseguiti, ma anche di condivisione delle linee di azione. E’ indispensabile – ha concluso – avere consapevolezza che le azioni criminali, innescando meccanismi di insicurezza e di panico collettivo, fanno regredire anche la nostra libertà. I crimini di qualsiasi natura ci devono indignare e ci non si può limitare a una semplice condanna di questi gravi episodi, oppure a dare sostegno morale alle forze di Polizia e alle vittime». Da parte sua Salvatore Magarò, presidente della commissione regionale contro la ‘ndrangheta durante le celebrazioni svolte a Cosenza ha rimarcato come «siamo profondamente grati alle donne ed agli uomini della Polizia di Stato per la professionalità, il coraggio ed il sacrificio con cui svolgono quotidianamente il loro lavoro a garanzia della legalità ed a tutela dei cittadini. Una istituzione di antica tradizione – ha aggiunto Magarò – ma dall’organizzazione efficiente e moderna. Questa festa è un doveroso attestato di riconoscenza nei confronti degli agenti in divisa, tenendo sempre ben presente che illegalità e malaffare si possono sconfiggere soltanto se istituzioni, enti, associazioni, scuole, società civile rimangono uniti tutti insieme per fare squadra, rete, collaborando al rispetto delle regole ciascuno secondo i propri ruoli e le proprie responsabilità e capacità. Infine – ha concluso – mi congratulo con il questore di Cosenza Alfredo Anzalone e con i suoi uomini per i tanti successi investigativi riportati nella difficile lotta per la repressione ed il contrasto del crimine organizzato e per l’incisiva attività di prevenzione che risponde pienamente alla sempre più diffusa esigenza di sicurezza avvertita dalla comunità».A Reggio Calabria il questore Casabona ha evidenziato come «considerate le difficoltà economico-produttive in cui versa la Calabria, aggravate dalla crisi in atto nel Paese, la disoccupazione rappresenta uno dei problemi più annosi per questa realtà del Meridione». Il lavoro, dunque, deve essere al centro delle attenzioni delle istituzioni perché «chi vive a contatto con la società, come la Polizia di Stato, ha potuto registrare un decadimento economico – ha proseguito Casabona – che inequivocabilmente si riflette sull’assetto dei rapporti sociali. I poliziotti costituiscono, perciò, un termometro sociale sensibilissimo che ci parla delle nuove problematiche della sicurezza pubblica». Casabona ha poi citato uno studio di Confartigianato secondo cui il tasso di disoccupazione dei giovani è del 25%, posizionando la provincia reggina al 23° posto, e ha ricordato anche l’alto numero di fallimenti delle imprese e il rapporto tra iscrizioni e cancellazioni annuali alla Camera di Commercio. Infine a Vibo Valentia la cerimonia si è svolta nella suggestiva cornice del castello normanno-svevo. Alla manifestazione ha partecipato il sottosegretario all’Interno, Saverio Ruperto, il quale ha detto che «non dobbiamo mai dimenticare chi a costo della propria vita e in maniera insostituibile vive la propria azione lavorativa per difenderci. Vorremmo – ha aggiunto Ruperto – che ci fossero solo eroi che raggiungono i traguardi della vita e non quelli della morte. Un saluto speciale ai sindaci presenti come espressione dei cittadini che rivestono un ruolo insostituibile». Subito dopo è intervenuto il questore di Vibo Valentia, Giuseppe Cucchiara, il quale ha ricordato di aver voluto una cerimonia «fortemente caratterizzata da elementi di rigore, sobrietà e semplicità. Sobrietà che ritengo opportuna in un momento in cui tutto il Paese è chiamato a compiere sacrifici anche forti e che ero già fermamente intenzionato ad applicare a questo momento celebrativo ma che oggi ritengo addirittura doverosa nel ricordo e per rispetto delle vittime dell’inaudito attentato alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi e delle vittime della tragedia che ha colpito l’Emilia. E anzi, alla povera Melissa Bassi ed alle sette vittime del terremoto, rivolgo un deferente e commosso pensiero». Rendendo conto di quanto realizzato nel corso dell’ultimo anno dalla polizia, Cucchiara ha testimoniato «lo sforzo e la diligenza con cui ogni giorno la gran parte degli uomini e donne della Polizia di Stato assolvono ai loro doveri. Da Vibo a Serra San Bruno, ove è ubicato l’unico Commissariato della provincia, passando per Tropea, sede di un piccolo ma efficiente Posto Fisso di Polizia. Impegno condiviso dal personale tutto della Polizia Stradale della sezione di Vibo a cui va il mio plauso per la competenza e professionalità con cui svolgono il loro servizio, e dalla Scuola Allievi Agenti che quest’anno ha formato 120 giovani poliziotti». «Siamo consapevoli – ha proseguito il questore – della percezione di sicurezza che avverte la cittadinanza; e siamo consapevoli della necessità avvertita dalla collettività di veder prevalere il rispetto delle regole in una società fortemente inquinata dalla criminalità mafiosa. Sappiamo di dover fare il nostro dovere fino in fondo, senza se e senza ma, e io voglio dare in questo momento, in questa circostanza, la garanzia del nostro impegno. Senza alibi. Non è importante sapere se siamo pochi o molti, se abbiamo due o duecento macchine. È importante che ognuno di noi, ogni dipendente della Questura di Vibo Valentia senta dentro di sé, nel profondo della sua anima, l’imperativo categorico di dover fare il proprio dovere. Lo dobbiamo ai cittadini onesti, lo dobbiamo alla memoria dei tanti, troppi colleghi uomini e donne della Polizia di Stato caduti nell’adempimento del proprio dovere».
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