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CATANZARO – Sono state tutte assolte le nove persone giudicate con rito abbreviato dopo il loro coinvolgimento nell’inchiesta sul presunto utilizzo di cemento depotenziato nella realizzazione dei piloni che fanno passare la linea ferroviaria Settingiano-Catanzaro Lido sul fiume Corace. Il giudice dell’udienza preliminare, Abigail Mellace, ha emesso oggi la propria sentenza, per la quale decisivo è stato l’esito dell’ulteriore perizia da lei stessa disposta ad un passo dalla conclusione del procedimento, in base al quale il materiale «incriminato» non sarebbe stato tale da costituire un effettivo pericolo per la struttura.
«Perchè il fatto non sussiste» è infatti la formula in base alla quale il giudice ha assolto Eugenio Sgromo, 40 anni, e Sebastiano Sgromo, 43 anni, di Curinga, e poi Giancarlo Romani, 29 anni, di Napoli, Francisco Daniel Muratore, 51 anni, nato a Buenos Aires ma residente a Vercelli, Pasquale Petroncelli, 35 anni, di Lagonegro, Francesco Carè, 47 anni, di Vibo Valentia, Filippo Salvatori, 51 anni, di Roma, Aristodemo Busillo, 39 anni, di Salerno, Francesco Ferdinando Crocetto, 42 anni, di Muro Lucano (tra gli avvocati impegnati Francesco Gambardella, Giuseppe Fonte, Sergio Laganà, Filippo Di Nacci, Eugenio Battaglia), per i quali il pubblico ministero aveva invece chiesto condanne per due anni di reclusione e 3.000 euro di multa ciascuno nei confronti dei primi due, e un anno e quattro mesi di reclusione e 3.000 euro di multa ciascuno a tutti gli altri. Deve ancora concludersi, infine, l’udienza preliminare per gli ultimi due accusati, Salvatore Mazzei, 53 anni, di Sambiase (Cz), e Cesare Ammirato, 61 anni, di Catanzaro, che hanno scelto il rito ordinario, e per i quali dunque il gup dovrà decidere se e chi mandare sotto processo. Nell’ambito dell’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Gerardo Domninijanni, sono stati contestati i reati di frode nelle pubbliche forniture aggravata, truffa aggravata, ed attentato alla sicurezza dei trasporti aggravato. Gli accusati sono imprenditori e direttori dei lavori che si sono occupati della realizzazione dell’opera finita al centro delle indagini. Le persone inizialmente indagate erano tredici, ma per due di loro il pm ha chiesto l’archiviazione. All’inizio del novembre 2010, sempre nell’ambito della medesima inchiesta, gli inquirenti hanno disposto il sequestro del tratto della linea ferroviaria incriminato, perchè le Ferrovie dello Stato – parte offesa nel procedimento – potessero eseguire i lavori necessari per ripristinare le condizioni per la sicurezza della tratta. Oggi, infine, quasi tutte le accuse sono cadute.
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