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Caserta – Oggi la Procura di Santa Maria Capua Venere (Caserta) ha chiesto il rinvio a giudizio per 36 persone, indagate a vario titolo per corruzione, indebita induzione a dare o promettere utilità, falso, abuso d’ufficio, reati urbanistici e paesaggistici e rivelazioni di segreto d’ufficio. Si tratta dell’atto finale dell’indagine nella quale, nel gennaio 2020, era stata disposta una misura cautelare per Vincenzo Schiavone, l’amministratore di fatto della struttura sanitaria ‘Casa di cura Pineta Grande’ di Castel Volturno (Caserta), e nel 2019 un sequestro preventivo riguardante le opere di ampliamento della struttura.
Secondo gli investigatori i lavori, anche se autorizzati da delibere del Consiglio comunale, violavano le norme riguardanti l’ampliamento di strutture sanitarie. Per questo risultano indagati anche il sindaco dell’epoca, Dimitro Russo, la sua Giunta e parte del Consiglio comunale.
Per la Procura, su dettatura di Vincenzo Schiavone per tramite del presidente Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) Sergio Crispino, gli stessi componenti commissariali avrebbero partecipato al progetto per trasferire alla ‘Pineta Grande’ i posti accreditati esistenti nelle strutture Villa Ester, Padre Pio e Vialla Bianca, ulteriori rispetto a quelli presi in considerazione dal Dca 8 del 2018. Secondo il procuratore Maria Antonietta Troncone, in cambio delle assunzioni, il gruppo ‘Pineta Grande’ ha beneficiato di atti e procedimenti illegittimi da parte della varie componenti della pubblica amministrazione con cui aveva modo o necessità di interfacciarsi.
A fronte delle delibere illegittime, come confermato dalla Cassazione con sentenza del 10 luglio 2020, secondo l’accusa, poi 8 persone legate da vincoli di parentela con dipendenti e politici del Comune di Castel Volturno sono state assunte a tempo indeterminato con un contratto di collaborazione dalla clinica ‘Pineta Grande’, nel periodo tra il 2015 e il 2018. Secondo la Procura ci sarebbero state anche irregolarità nella programmazione del fabbisogno sanitario regionale, commesse dalla Struttura Commissariale Regione Campania con Dca numero 8 del 2018.
Irregolarità che sarebbero state dimostrate da intercettazioni telefoniche e ambientali e da dichairazioni rese da persone informate sui fatti e da indagati. Secondo la Procura di Santa Maria Capua Venere il Dca numero 8 del 2018 contrasta le leggi regionali, in ottica di potenziare la sanità privata e depotenziare la pubblica. Sarebbero stati previsti, infatti, interventi sul pubblico per ridurre le eccedenze in ordine al rapporto unità operative/bacini d’utenza, mentre per il privato sarebbe stata amplificata. Anche in questo caso, secondo la Procura, alcune persone legate da vincoli di parentela con componenti della struttura commissariali sono state assunte dalla clinica ‘Pineta Grande’.
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