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La mappa dell'Italia ripartita in aree

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«In queste settimane i contagi sono aumentati in modo imponente. Dobbiamo fare ogni sforzo per rallentarne la corsa. Per questo stasera ho firmato una nuova ordinanza con misure restrittive per le regioni che i nostri tecnici hanno individuato come quelle più a rischio. Il Covid-19 ci ha insegnato che dobbiamo agire in fretta e in modo deciso. Non c’è spazio per incertezze e polemiche. So che queste scelte comportano sacrifici e difficoltà, ma sono l’unica strada per piegare la curva.
Uniti ce la faremo».

Con queste parole il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha annunciato il proprio decreto che, in applicazione del Dpcm del presidente Giuseppe Conte (LEGGI), individua in quale zone vengono inserite le regione Italiane. L’indicazione, poi, delle zone assegnate alle singole regioni l’ha fatta lo stesso Conte in diretta durante la sua conferenza stampa (GUARDA IL VIDEO).

E quindi, Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta sono zona rossa, Puglia e Sicilia zona arancione, il resto d’Italia in zona gialla.

Questa la divisione in tre aree annunciata dal premier Giuseppe Conte con i relativi provvedimenti per le zone gialle (LEGGI), arancioni e rosse (LEGGI) con cui il Governo punta a domare l’aggressione agli italiani del coronavirus Covid-19 e contenuti nel Dpcm approvato nella notte di ieri e che entrerà in vigore a partire dal prossimo 6 novembre in tutta Italia ma non allo stesso modo per tutta Italia perché «se lo avessimo fatto avremmo ottenuto un duplice effetto negativo, non saremo
intervenuti con misure veramente efficaci dove c’è un maggior rischio e avremo imposto misure irragionevolmente restrittive dove la situazione è meno grave».

Rispetto a quanto si era annunciato inizialmente, il decreto diventerà operativo con un ritardo di 24ore deciso per consentire a tutte le regioni di disporre «del tempo utile per organizzare le proprie attività».

Per Conte era ormai necessario «intervenire per rallentare la circolazione del virus» poiché i sistemi sanitari di «molte regioni rischiano di andare in sofferenza» nelle prossime settimane. Per questo le scelte sono obbligate: «Non abbiamo alternative, dobbiamo affrontare queste restrizioni per raffreddare la curva».

DI seguito le infografiche che illustrano i divieti nelle diverse aree.


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Francesco Ridolfi

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