1 minuto per la lettura
CATANZARO – Hanno presentato ricorso in appello i legali di Donato Passalacqua, la moglie Ornella Bevilacqua ed il figlio Antonio Passalacqua, condannati a trent’anni di reclusione per l’omicidio di Nicola Duro, il giovane ucciso a Catanzaro il 17 giugno del 2010. La sentenza di primo grado è stata emessa il 19 novembre scorso dal giudice per le udienze preliminari del tribunale di Catanzaro, Tiziana Macrì, davanti al quale si è svolto il processo con rito abbreviato. Nel ricorso gli avvocati Salvatore Staiano e Antonio Ludovico sostengono che nel processo di primo grado c’è stata una erronea ricostruzione dei fatti che ha portato alla condanna dei tre imputati. Nel processo di primo grado l’accusa, rappresentata dal pm Simona Rossi, aveva sostenuto che Duro era stato ucciso per una vendetta trasversale nei confronti della sua fidanzata, con la quale doveva sposarsi. Il nipote minorenne della donna aveva avuto una relazione extraconiugale con la figlia di Passalacqua, che era rimasta incinta. A causa di questa relazione il marito lasciò la donna ed il minorenne decise di interrompere la relazione nonostante aspettasse un figlio. La famiglia Passalacqua, secondo l’accusa, avrebbe quindi deciso di uccidere Duro per punire la famiglia della sua convivente.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA