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Rimborsi «gonfiati» in favore di laboratori di analisi cliniche privati, con un danno erariale di 20 milioni di euro per le casse della Regione Calabria. Di questo dovrannno rispondere 30 fra direttori generali e commissari straordinari delle Aziende sanitarie provinciali calabresi segnalati alla Corte dei Conti dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Catanzaro. Secondo quanto reso noto, i militari hanno accertato ingenti danni all’erario che sarebbero stati cagionati dalle modalità con cui le aziende sanitarie provinciali calabresi, dal 2007 al 2010, hanno rimborsato ai laboratori di analisi cliniche privati le prestazioni specialistiche da loro fornite.I rimborsi sarebbero stati effettuati dalle Asp applicando tariffari diversi, e comunque per importi di gran lunga superiori rispetto a quelli previsti per legge (cosiddetto «tariffario Bindi», introdotto il 22 luglio 1996), con un notevole ed ingiustificato esborso di denaro pubblico dalle casse regionali. I finanzieri avrebbero anche constatato che la prevista «scontistica» (che, sempre per legge, avrebbe dovuto riguardare il quantitativo di prestazioni di laboratorio previsto dai contratti stipulati tra le Asp e le strutture private) sarebbe stata erroneamente applicata sul «fatturato», ovvero sul totale delle prestazioni effettivamente rese dai laboratori piuttosto che sul limite massimo previsto dal contratto. Spesso il tetto massimo di prestazioni contrattualmente previsto è stato ampiamente superato, con conseguente indebito rimborso ai laboratori privati di somme notevolmente superiori rispetto a quelle dovute. Da qui, sottolineano gli inquirenti, «una ulteriore ed ingiustificata spesa di denaro pubblico, in quanto la scontistica accennata, in sintesi, ha finito per incidere sui quantitativi «fatturati», di gran lunga maggiori rispetto a quelli «contrattualizzati»». Dalle verifiche sarebbe inoltre emerso che, in sede di liquidazione e pagamento delle spettanze agli erogatori convenzionati, spesso le Asp. non hanno neanche provveduto a detrarre completamente gli importi dei «tickets» versati dai cittadini e già trattenuti dai laboratori di analisi privati. «Sono state, così, di fatto, ulteriormente «gonfiate» – secondo le Fiamme Gialle – le somme indebitamente pagate dalle Asp ai medesimi laboratori di analisi, con aggiuntivo e grave nocumento alle finanze regionali». Gli accertamenti dei militari del nucleo di polizia tributaria di Catanzaro hanno permesso di accertare, per le annualità dal 2007 (per gli anni precedenti non si è proceduto per l’intervenuta prescrizione) al 2010, un danno erariale ammontante complessivamente a 19.816.143,26 euro, corrispondente, dunque, alla maggiore somma che la Regione Calabria ha indebitamente liquidato ai laboratori privati accreditati per le prestazioni specialistiche di laboratorio da loro fornite». Le conseguenti responsabilità di natura amministrativa sono state addebitate a 30 persone, tra direttori generali e commissari straordinari delle Asp calabresi succedutisi nel corso degli anni, i quali, con le loro condotte, connotate da gravi negligenze e colpose omissioni di doverosi controlli, si sono resi responsabili del danno erariale sopra citato. La loro posizione è adesso al vaglio del procuratore regionale della corte dei conti per la Calabria, Cristina Astraldi.
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