L'università Magna Graecia
3 minuti per la lettura«NOI studenti siamo buoni solo a pagare le tasse ma l’Umg (l’Università Magna Graecia di Catanzaro) dei nostri disagi e delle nostre richieste non si cura affatto».
La polemica affermazione giunge da circa 300 studenti di Scienze infermieristiche dell’Università “Magra Graecia” di Catanzaro i quali, senza giri di parole, esprimono il loro sconcerto perché dal rettore Giovambattista De Sarro non è giunta alcuna risposta alla loro richiesta, avanzata ad agosto anche dalle colonne del Quotidiano, di riaprire i poli decentrati di Cosenza Lamezia e Reggio. C’è di più: allo stato, dicono, non c’è stata alcuna comunicazione sulle modalità logistiche e di tempo relativamente agli stage che ognuno di loro è tenuto a frequentare.
Gli interessati reiterano perciò l’appello affinché sia loro consentito di frequentare le lezioni senza dover affrontare disagi, anche economici. Per una migliore comprensione del problema basterà qualche rapido accenno. Per una migliore comprensione del problema basterà qualche rapido accenno.
Fino al marzo scorso gli interessati hanno frequentato le lezioni nei tre poli decentrati della facoltà di scienze infermieristiche ubicati a Cosenza, Lamezia e Reggio Calabria.
Ad aprile scorso, però, l’emergenza Covid ha indotto l’Università a chiudere le tre sedi sul territorio e da allora gli studenti “decentrati” hanno dovuto frequentare le lezioni nella sede centrale di Germaneto, aggiungendosi ai colleghi che frequentavano già lì.
E così sarà anche quest’anno, se non ci saranno fatti nuovi. All’epoca la decisione venne accettata dagli aspiranti infermieri che fecero buon viso a cattivo gioco, anche perché pensavano che fosse una soluzione temporanea, pochi mesi insomma, per poi tornare alla normalità. Sulla questione avevano scritto anche una lettera al rettore nella quale chiedevano ufficialmente la riapertura delle tre citate sedi per il successivo anno accademico. Così non è stato, lamentano, e quest’anno saranno costretti a recarsi tutti a Germaneto.
Il loro, giurano, non è certo un capriccio, la richiesta è motivata infatti dagli innegabili disagi, anche di natura economica che, stanti così le cose, dovranno affrontare: «Saremo costretti a viaggiare quotidianamente per Catanzaro da Reggio, Lamezia e Cosenza. Basti pensare che uno di Reggio dovrà sobbarcarsi ogni giorno un viaggio di oltre due ore. Spese per il carburante, per mangiare fuori casa o, eventualmente, per il fitto di un appartamento a Catanzaro. Costi che di questi tempi sono difficilmente sopportabili».
Senza contare che «l’affollamento che inevitabilmente si verrebbe a creare nella sede del capoluogo farebbe a pugni con la ribadita necessità di rispettare le norme anti Covid».
Gli interessati esprimono sconcerto per la mancanza di risposte del rettore agli articoli di stampa e, soprattutto, alla mail a lui indirizzata da circa 90 studenti: «E’ normale che non abbia avvertito il dovere di comunicarci se i poli riapriranno o se l’attività didattica sarà organizzata in maniera diversa? Evidentemente – commentano con amarezza – noi studenti siamo buoni solo a pagare le tasse (e guai a ritardare di un giorno) mentre per il resto non veniamo tenuti in alcuna considerazione, i nostri problemi e disagi non interessano».
Sottolineando come le scuole di ogni ordine e grado abbiano riaperto, sia pure nel rispetto delle norme, si chiedono ancora: «Perché il rettore non vuole riaprire i poli decentrati? Perché dobbiamo ammassarci tutti a Germaneto visto che nei poli saremmo più tutelati? Possibile che non gli interessi nulla dei disagi che dovremo affrontare?». Da qui un ulteriore appello al rettore e al presidente del senato accademico affinché si vada incontro sollecitamente alle loro richieste.
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