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POTENZA – «Certe cose le fai per amore», mica per farne un lavoro, chè se sei un volontario della Protezione civile tocca spaccarti la schiena a spalare neve, al quinto giorno sei distrutto e al massimo ti dicono grazie. «Ma noi siamo così, è una sorta di missione». E così anche ieri questi ragazzi – dai 20 in su, qualcuno anche oltre gli anta – stavano agli ingressi dell’ospedale San Carlo e della sede del 118 – Basilicata soccorso a tirare varchi e picconare ghiaccio. Poco prima erano stati a piani del Mattino, a Giuliano e in altre decine di contrade. I volontari dell’associazione Vola, una ventina in tutto, da giorni percorrono in lungo e in largo il territorio comunale, coordinati dal gruppo potentino. Sono arrivati da Sant’Angelo Le Fratte, Ruoti, Baragiano. Sono la «manovalanza» della Protezione civile, indossano giubbetti arancio e riposano davvero poco. Due sere fa hanno spalato per ore per liberare quattro famiglie rimaste isolate a contrada Porchereccia, poco sotto Giuliano. Quattro volontari e un mezzo scavatore. A quelle altitudini, per quanto passi lo spartineve, dopo più di settanta ore di neve di fila, il marciapiede continuerà sempre a non distinguersi e le macchine restano sepolte davanti alle case.
La macchina dell’emergenza va avanti senza troppi problemi. «E sì che per quanta neve è caduta in molti si sono sorpresi di avere la città in queste condizioni», con le strade libere e disagi tutto sommato circoscritti a singoli casi o zone particolarmente periferiche. Ne fanno parte a pieno titolo anche il corpo della Polizia locale e altre associazioni di Protezione civile, i Falchi della Lucania, Legambiente, gruppo Sisma, gruppo Lucano, Ari.
Rocco Messina è un dipendente comunale, da più di dieci anni sta all’emergenza neve. Sbatte da un capo all’altro della città e, a metà mattina, capisce dall’aria che «sta peggiorando». Con la quattroperquattro si arrampica da Torretta a Macchia Romana: in pieno centro urbano, non si vede camminare nessuno, il vento tira e i cumuli di neve ai lati della carreggiata talvolta superano i due metri. Controlla, contatta, ha il quadro preciso di dove si trovano uomini e mezzi. C’è pure lui alla riunione operativa dove Acta e amministrazione fanno il punto sul da farsi. «Con una situazione simile, le scuole resteranno chiuse fino a sabato». Questione di sicurezza, spiega il sindaco Vito Santarsiero, ma pure di risparmio energetico (per questo non sono state semplicemente sospese le lezioni). Batterà più volte sul sostegno che ai Comuni va dato per questa emergenza: tra asfalto da rifare e sale da acquistare, le risorse degli enti locali, stretti già dalla crisi, non sembrano poter bastare.
A Potenza sono stati chiusi pure gli impianti sportivi comunali, ma autobus gratis e lo stadio aperto ai più piccoli nel fine settimana per giocare con la neve. E’ la nota distensiva della giornata, che pure si è aggrovigliata su qualche punto di crisi. «Nelle contrade stiamo lavorando duramente», fino a sera. L’assessore alla Protezione civile, Nicola Lovallo, si è emozionato parecchio quando è riuscito a consegnare la cardioaspirina alla donna rimasta sola in una casa di Cugno delle Brecce. «Con me c’era un volontario Vola che è riuscito anche a farle degli esami di controllo con l’attrezzatura medica portatile». Lavorano giorno e notte anche i Vigili del fuoco. A contrada Botte è invece intervenuta la polizia di Stato, alle prese con una chiamata di emergenza interrotta dal maltempo: un anziano era rimasto senza cibo e senza riscaldamenti in casa. Gli agenti sono riusciti comunque a individuare l’abitazione, per accompagnare l’uomo a fare un po’ di spesa.
La macchina va avanti così, di quotidianità.
Sara Lorusso
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