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«La pandemia non è più alle porte ma ormai inesorabilmente dentro la Regione, non si può più perdere tempo, è necessario dare una svolta, subito, non a parole e a proclami ma con fatti concreti». È il monito lanciato ai governi nazionale e regionale dalla segreterie calabresi di FP CGIL, CISL FP e UIL FPL sullo stato della sanità e sulla capacità del territorio di assorbire l’impatto della seconda ondata di contagio da Coronavirus.
«Le notizie che ci giungono da Roma – scrivono in una nota congiunta i segretari generali delle tre sigle sindacali – aggiungono ulteriore confusione alla già altissima tensione che da tempo investe la sanità calabrese. La verifica effettuata dal Tavolo Adduce non lascia spazio al seppur minimo dubbio, la Sanità in Calabria, con un deficit di 213 milioni di Euro, è in default. Un debito di 213 milioni significa che nell’arco di due anni il debito è aumentato di almeno 50 milioni di euro, significa altresì che la politica commissariale finora affidata a soggetti che non hanno avuto una visione obbiettiva e mirata al bene comune, ha prodotto solo danni».
«Tutto questo – proseguono – mette in forte apprensione il Sindacato Confederale, in un momento così grave per il Paese ed in particolare per la Calabria, con la pandemia non più alle porte ma ormai inesorabilmente dentro la Regione, non si può più perdere tempo, è necessario dare una svolta, subito. Le Segreterie regionali di FP CGIL, CISL FP ed UIL FPL Calabria non sono affatto stupiti dell’esito dell’ultimo tavolo Adduce, anzi lo avevano previsto da tempo e preannunciato al ministro della Salute, Roberto Speranza, in occasione dell’ultimo incontro a Roma».
FP CGIL, CISL FP e UIL FPL Calabria «richiamano tutti i soggetti a un maggiore senso di responsabilità, non a parole e a proclami ma con fatti concreti. Abbiamo imparato a nostre spese che il Covid-19 è un virus che non fa sconti a nessuno, soprattutto in quelle realtà territoriali che non hanno un Sistema sanitario ben organizzato e pronto ad affrontare e contrastarne gli effetti, che nella nostra Regione, a queste condizioni, rischiano di diventare non più controllabili. Per questo è necessario essere pronti subito, ora».
«Soprattutto in tali momenti di emergenza, ci sono priorità che attengono al potenziamento del personale e alla gestione dei percorsi Covid, nonché sciogliere i nodi strutturali di riorganizzazione del Servizio Sanitario Regionale che limitano ulteriormente la capacità di affrontare la pandemia. Si attivi subito un tavolo di confronto con le forze sociali e si inizino ad affrontare i problemi, risolvendoli uno dopo l’altro, prima che sia troppo tardi davvero! Tuttavia – concludono – nonostante la gravità della situazione e a diversi mesi dal suo insediamento, il direttore generale Francesco Bevere non ha ancora sentito l’esigenza di avviare il confronto con le parti sociali».
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