Domenico Pozzovivo
2 minuti per la letturaMATERA – Si è fatto attendere, ma alla fine Domenico Pozzovivo si è concesso un po’ a tutti. E non poteva essere altrimenti in quella che è, da sempre, la sua tappa. Sì perchè, pur non essendo il tipo di tracciato adatto alle sue caratteristiche, quella di Matera è la tappa di Pozzovivo, per l’affetto, per l’appartenenza e per quel tifo e quel calore che solo i lucani sanno trasmettere.
Così, dopo circa 20 minuti per espletare le pratiche dell’anti-doping eccolo davanti ai microfoni: «Questa è stata una tappa che ha mostrato le caratteristiche di questa terra.
La parte montuosa del Pollino con vari sali-scendi, poi abbiamo incontrato il vento nella zona del Sinni.
Infine prima di entrare a Matera c’è stato un ultimo strappo, dopo sono stato davanti, come era giusto che fosse, per poi dare spazio ai velocisti perchè questa era una tappa dedicata a loro».
Pozzovivo però in questo Giro non deve badare solo ai sentimenti verso una terra che lo ha eletto a figlio prediletto. Infatti ora c’è da pensare anche alla classifica generale, soprattutto dopo tutta la sfortuna che ha avuto al Tour de France.
L’obittivo di centrare una posizione tra i primi cinque è su una strada percorribile: «Sono perfettamente nella tabella di marcia.
Ora sono sesto e c’è lo spazio per chiudere tra i primi cinque. Certo non sarà facile. Ma per il momento la forma fisica c’è e mi supporta. Servirà anche un po’ di fortuna per arrivare in fondo al meglio».
Anche perchè questo Giro sembra non avere un vero e proprio padrone: «Con il ritiro di Thomas le dinamiche sono cambiate. Non c’è una squadra che sta facendo la differenza. Tutto è più aperto».
Poi al lucano torna la domanda sul percorso, quello degli ultimi giorni, che lui conosce molto bene: «Certo che può essere un vantaggio conosce le strade. Come è accaduto l’altro giorno in Calabria, dove c’era una discesa insidiosa. Conoscevo ogni curva di quella strada. Questo mi ha aiutato a prendere meno rischi possibili».
Spenti i microfoni, è il momento di concedersi ai tifosi, con qualche selfie, ma sempre a distanza, e c’è da salutare anche mamma Rosanna, papà Leonardo e il fratello Maurizio. Pochi istanti e poi via con il trolley verso l’albergo per riposare, perché il Giro continua e le fatiche sono ancora tante fino a Milano.
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