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Circa duecento operai dello stabilimento di Melfi (Potenza) della Fiat hanno lasciato la Fiom-Cgil per iscriversi alla Fim-Cisl: l’abbandono del sindacato metalmeccanico segue le dimissioni presentate la scorsa settimana da tre delegati della stessa Fiom, seguiti da altri operai dell’Ilva di Taranto.
A renderlo noto è il segretario regionale della Basilicata della Fim, Antonio Zenga, secondo il quale si tratta di «un importante e inequivocabile segnale politico» dei duecento lavoratori «in polemica con le posizioni di Landini e del gruppo dirigente locale della Fiom», e di «una scelta che premia il senso di responsabilità e la coerenza che la Fim ha dimostrato in questi difficili mesi per salvaguardare il futuro della Fiat in Italia e della Sata di Melfi e mettere in condizioni il Lingotto di realizzare il nuovo piano industriale senza cedere nulla sul piano dei diritti acquisiti».
Secondo Zenga, sono previste altre «dimissioni» di questo tipo in altre fabbriche italiane: «Alla vicina Ilva di Taranto, ad esempio, la Fiom ha perso sei rsa e 400 iscritti, 150 dei quali sono già passati alla Fim». Il sindacato metalmeccanico della Cisl «ora – ha concluso Zenga – è il primo per numero di iscritti nello stabilimento di Melfi della Fiat, davanti alla Uilm e alla stessa Fiom».
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