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di SARA LORUSSO
Rosario su Facebook scrive: «Ambasciatori potentini del terzo millennio». Giuseppina più tardi: «Divertentissimo». Sessantuno mi piace in due ore e su un solo profilo (perchè nel frattempo la condivisione in rete ha seguito la strada della moltiplicazione). Manuele Biazzo è il potentino del giorno, lo diventa di diritto, almeno in rete, visto che “Midnight in Potenza” (333658guarda il video) potrebbe facilmente diventare il trailer promozionale di un documentario sulla città. Ironico e irriverente, prendendo in giro la città, prende in giro anche se stesso. Potenza dopo mezzanotte è meravigliosa, giura da dietro la macchina da presa questo ricercatore in biologia della Norvatis, di 26 anni, che davvero crede alla magia della sua città. «E perchè non dovrei?». L’idea, dice, gli è venuta vedendo il trailer di “Midnight in Paris”, del più celebre Woody Allen (di cui il video è parodia putenzese). Un po’ suggestione, un po’ citazione, questo video (divertentissimo per i potentini, ma godibile anche oltre la linea del torrente Gallitello) è un omaggio a Potenza e ai suoi personaggi celebri. «Tutti artisti», nel senso letterario del termine o meno, ma che nella vita stanno raccogliendo fama anche fuori casa, ciascuno nel proprio campo. E’ uno scrittore pignolese, Pino (interpretato da Sasha Biazzo, fratello del regista), ad incontrarli passeggiando per la città, come si incontrano per caso le star (di casa nostra, è chiaro). «Non esiste nel mondo una città come questa». E in fondo lo si pensa davvero a buttare l’occhio sulle prime immagini del video. In quale altro posto c’è una rotonda così grande come quella del Nodo complesso? E in quale altro posto c’è il Serpentone? Attraversando la città, a zonzo tra centro e periferia, in una Potenza che di mattino è «bellissima», di pomeriggio «meravigliosa» e di sera «incantevole», capita di incrociare l’opera di Mimmo Rubino, quel pensatore di latta che da anni guarda la collina, da una ringhiera del parco di Montereale. Capita di sbattere contro Gaetano Brindisi sotto i portici di piazza Prefettura. Come non seguire i consigli del meteorologo televisivo più famoso della Basilicata? «Su, vestiti più leggero, ché tra un po’ arriva lo scirocco». Qualche volta «c’azzecca», qualche volta no. E se è la volta sbagliata – perchè d’inverno a Potenza fa freddo e lo scirocco sembra non soffiare quasi mai – per trovare riparo, si finisce in un vecchio teatro, dove prova il trio comico che più potentino non si può. «Ma questa è La Ricotta?». A Pino, un po’ stupito, non pare vero di passare sotto la rassegna di Mario Ierace e di Tonino e Peppino Centola. La magia, però, non è mica tutta qui. Di notte, a Potenza, succedono cose strane e capita di imbattersi in un misterioso cicerone. A bordo di una Panda bianca e superata una delle cento scale del capoluogo, si finisce in uno strano locale, dove il vino non manca, la morra è di casa e la gente sembra ospitale. In questo posto si fa festa, disturbando, al piano di sopra, la quiete notturna di un annoiato Gaetano Cappelli, che se non scrive un libro, ne sta leggendo uno. «Oh, ma c’è pure Renato Pezzano», quello vero, che insegna a suonare la chitarra su un canale You Tube e va matto per la musica blues. Lì accanto, una sedia indietro, se ne sta al bancone un’altra star cittadina. Luca Caricato, studioso, appassionato di arte e di Da Vinci, appare un po’ seccato per l’insistenza. Pino vuole sapere, vedere, capire. Deve essere ancora un po’ sconvolto perchè pochi secondi prima ha incrociato pure Silvio Giordano, impegnato a disegnare «una testa di maiale mozzata». Manuele racconta Potenza sommando citazioni e sentire comune. Fa il verso a questi potentini famosi, che tutti incrociamo nella quotidianità «e di cui – dice – finiamo per parlare nelle nostre case». Volti noti di città che «si sono prestati di buon grado». In attesa di un sequel utile a includere «tutti gli altri che sono rimasti fuori» da questi cinque minuti e poco più. Magari la professoressa-scrittrice Anna Rivelli. O magari Arisa, per questo giro impegnata a Milano. Nel frattempo Manuele deciderà che cosa fare da grande, facendo spola tra il laboratorio di Siena e il computer del montaggio. Non è alla prima produzione, ma per la prima volta Manuele Biazzo si cimenta con il capoluogo. Gli riesce benissimo. E poi, come fai a non innamorati di una Potenza così? Di una Potenza dove la notte i motociclisti sorridono, Canio continua a stringere le mani (chi non lo ha mai incrociato in qualche negozio cittadino?) e “Pompa Maria” (chi non lo ha mai incrociato in via Mazzini imparando a sorridere?) garantisce la pernacchia tipica. Come non innamorarsi della città di Alessandro, di San Gerado (certo che c’è pure il Santo), del dialetto un po’ spinto e dove si diventa un po’ matti? E chi non lo è, sembra dire Manuele che fino alla chiusura racconta di una città che include. Poco conta se si è strambi, folli, artisti o scocciatori. Per forza Pino deve prenderci gusto e cominciare a fare le ore piccole, pur di godersi Potenza a mezzanotte. Con buona pace dei suoi suoceri (Franca Di Trana e Riccardo Biazzo, suoi genitori nella vita), convinti che se ne vada soprapotenza (tutta-una-parola, coma solo qui si indica via Pretoria) «in cerca di idee». Se ne volete qualcuna divertente, non perdetevi i titoli di coda e i ringraziamenti. Valgono quanto il resto.

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