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di ANTONELLA CIERVO
LO hanno svegliato all’alba per notificargli il provvedimento emesso dal Gip, Rosa Bia, su richiesta dei sostituti procuratori del tribunale di Matera, Annunziata Cazzetta e Savina Toscani. Il colonnello Franco Pepe (in foto), comandante della Polizia municipale di Matera (e dirigente alla Manutenzione urbana, Trasporti, Sport e commercio) arrestato ieri dagli uomini del comando provinciale della Guardia di Finanza, è accusato di concussione e abuso d’ufficio continuato e in concorso. A suo carico, ma anche dei due agenti di polizia municipale Cesare Rizzi e Vincenzo Scandiffio e del dipendente del Comune Nicola Colucci, ci sarebbero elementi tali da prevedere la misura della custodia cautelare. Nell’inchiesta è coinvolta, in qualità di indagata per concussione, anche la moglie di Pepe, Cinzia Chietera. Secondo i magistrati, il comandante gestiva il suo ufficio per interessi personali, concentrando l’attenzione su chi si opponeva ai suoi progetti.
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Un’abitazione da acquistare a condizioni favorevoli, un club che lo aveva radiato e contro il quale avrebbe avuto atteggiamenti vessatori così come contro un dipendente comunale che lo aveva infastidito. Sono questi i tre episodi che gli inquirenti contestano e che hanno portato all’arresto dei quattro, convertito in domiciliari. Le indagini avviate almeno sei mesi fa, si basano anche su intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno dimostrato, secondo gli inquirenti, quanto il dirigente comunale approfittasse della sua posizione per ottenere trattamenti di favore. Gli agenti della Guardia di Finanza del comando provinciale di Matera, agli ordini del colonello Pallaria, hanno sequestrato documenti sia nell’abitazione di Pepe che nel suo ufficio al Comune. Da quelle carte attendono ulteriori conferme all’impianto accusatorio che le denunce presentate nei confronti del colonnello hanno man mano costruito fino a concludersi con l’arresto di ieri. “Pur avendo ottenuto numerosi vantaggi di natura economica – si legge nel comunicato diffuso dal comando della Guardia di Finanza, relativo all’imprenditore edile che ha avviato le indagini – nel momento in cui l’azienda venditrice ha richiesto il riconoscimento di quanto contrattualmente dovutole, il Pepe si sarebbe trasformato in un acerrimo persecutore, utilizzando a fini personalistici l’Ufficio da egli diretto al fine di avviare ai danni della ditta venditrice una vera e propria campagna di controlli che, in breve tempo, avrebbe assunto caratteri vessatori”. Al componente di un’associazione sportiva dalla quale Pepe era stato radiato, che “Lamentava situazioni penalmente rilevanti commesse dal Pepe nei confronti dell’associazione”, il colonnello “Avviava una serie di azioni ritorsive utilizzando all’uopo, la dipendente Polizia locale”. Infine sulla vicenda che riguarda i rapporti con un dipendente comunale, si legge ancora “Pepe, dopo aver ricevuto una delle tante deleghe dirigenziali che attualmente riveste, essendosi venuto a trovare in una posizione di diretta sovraordinazione rispetto al dipendente comunale, ha compiuto abusando anche questa volta dei poteri a lui conferiti ed anche per il tramite della Polizia locale, una serie di veri e propri atti vessatori, tendenti ad annullare moralmente, bloccare materialmente o addirittura minacciare fisicamente il malcapitato avversario”. Secondo la ricostruzione complessiva dei fatti il gruppo, composto da Pepe, Rizzi, Scandiffio e Colucci operava su indicazione del colonnello indirizzando le proprie attenzioni contro chi si frapponeva ai progetti che, di volta in volta, l’ufficiale intendeva mettere in atto. L’arresto del comandante, dei due agenti e del dipendente comunale che lavora alla discarica ha scosso la mattinata ed è divenuta in poche ore argomento di discussione in molti ambienti. . La notizia si è diffusa in città già dalle prime ore del mattino, ripercuotendosi negli ambienti comunali dove il colonnello Pepe svolge quotidianamente la sua attività per le numerose deleghe che ricopre. La posizione dell’amministrazione comunale è stata affidata alle parole del sindaco Salvatore Adduce ma ieri, al sesto piano, del palazzo comunale tutto faceva avvertire la particolare gravità della vicenda che avrà ripercussioni sull’attività istituzionale. Nelle prossime ore Pepe, Scandiffio, Rizzi e Colucci incontreranno il magistrato per la convalida del provvedimento.
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