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di OTTAVIO CAVALCANTI
Un’infausta giornata per la democrazia nel nostro Paese, quella consumata tra Montecitorio e la Consulta giovedì 12. La Camera dei deputati ha negato l’arresto dell’onorevole Cosentino, chiesto dalla Procura di Napoli per 36 capi d’accusa, tutti ruotanti attorno al tema della connivenza mafiosa, documentati in un dossier di oltre 1200 pagine, frutto dell’impegno investigativo e dell’esame di merito di più magistrati. 76 sospettati dello stesso reato sono stati assicurati alla giustizia e la stessa sorte sarebbe spettata a Cosentino se -come è stato giustamente osservato -il suo nome non fosse preceduto dalle lettere onorevole, magnifico esempio della parità dei cittadini di fronte alla legge. Se qualcuno s’interroga sulla reazione dei “lumbard”, dall’elmo cornuto, al voltafaccia del biascicante, handicappato leader di Ponte di Legno, sta perdendo il suo tempo. Nulla ha scalfito in passato la fede degli adoratori dei guitti del “cerchio magico”, allevatori di Trote. I patiti dell’avanspettacolo, in vena di novità, sperano in Maroni, insufflatore d’aria nei fischietti esibiti nell’aula di Palazzo Madama. Il Parlamento ha festeggiato il risultato con applausi e tifo da stadio, ma nulla desta più meraviglia dopo la sguaiata scena della mortadella, ingurgitata in Senato al momento della caduta del Governo Prodi, e portata alla bocca con una mano, mentre l’altra reggeva la bottiglia di champagne. L’altra sconfitta della politica è la decisione, motivata dalla Consulta come obbligata per evitare il vuoto normativo, di dichiarare inammissibili i referendum sull’attuale legge elettorale, non a caso definita da chi ufficialmente la propose-giova ripeterlo fino alla noia- “porcata”. Se dal punto di vista strettamente giuridico la dichiarazione è ineccepibile, e per questo da molti prevista, non si può tuttavia dimenticare l’antico brocardo: “Summum jus summa iniuria”, vale a dire che l’estrema applicazione del diritto può risolversi in un altrettanto estrema ingiuria, da intendere come offesa, nello specifico, alla volontà dei cittadini di promuovere la pronuncia del corpo elettorale su una legge iniqua e liberticida, antidemocratica per eccellenza. Non sembri gratuito sfoggio di cultura, ricordare che “elezioni” sta etimologicamente per scelte, quelle che, guarda caso, sono impedite ai cittadini dalla legge vigente. Una valanga di firme ( 1.200.000 esibite + 400.000 successive ) resta priva di conseguenze immediate, dal momento che nel fortino della politica continuano a celebrare riti da Basso Impero, incapaci di rendersi conto della marea montante di disprezzo ed ira. *** Sconvolgente il bilancio della giornata, anche per le oscene immagini dei militari americani che svuotano le vesciche sui cadaveri dei nemici uccisi. Il passato, abitualmente denigrato dagli estimatori del presente, si prende ancora una volta la rivincita col clamoroso esempio del rispetto dovuto ai morti, persino sul campo di battaglia. Achille, ucciso Ettore, ne aggancia il cadavere al carro e lo trascina nella polvere attorno alle mura della città, che sta per cadere, facendone scempio, ma, svaporata l’ira, lo restituisce al padre perché possa lavarlo, cospargerlo d’unguenti, rendergli gli estremi onori prima che la terra lo ricopra, come conviene agli scomparsi.
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