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La bomba artigianale che ha devastato il bar “Capital Cafè” di Cosenza sarebbe stata confezionata con diversi chilogrammi di polvere pirica e una tanica di benzina. La forte esplosione è avvenuta nella notte tra venerdì e sabato scorsi, ed ha messo a repentaglio un intero stabile abitato da decine di famiglie. I resti dell’ordigno artigianale e anche alcuni guanti, che sarebbero stati utilizzati da chi ha sistemato e armato la bomba, sono stati inviati a Messina, dove i Ris dei carabinieri cercheranno di individuare la tipologia esatta dell’esplosivo, tentando di chiarirne la provenienza.
Intanto a Cosenza, si è tenuta questa mattina in Prefettura, una riunione operativa alla quale hanno preso parte tutti i referenti delle forze dell’ordine, oltre al procuratore Capo, Dario Granieri, al sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, e al presidente della Provincia, Mario Oliverio.
«Non c’è un fenomeno di allarme in questa città e in questa provincia», ha detto il prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro nel corso della riunione indetta proprio dopo i recenti episodi che si sono verificati in città: l’esplosione che ha distrutto il bar Capital Cafè, l’attentato ad un mezzo di Ecologia Oggi e la presunta sparizione, per lupara bianca, di Luca Bruni, figlio del noto boss, defunto, Francesco Bruni, alias «Bella Bella».
«Gli sforzi che sono stati preordinati nei tavoli di pianificazione con le forze dell’ordine hanno dato risultati confortanti», ha dichiarato ancora Cannizzaro: «Abbiamo avuto un’oggettiva flessione dei fenomeni delittuosi: si tenga presente che a Cosenza nell’ultimo mese non si sono praticamente verificate rapine».
«Altra questione è quello che è avvenuto nei giorni scorsi, soprattutto inquietante è stata la densità degli eventi. Ma sono state adottate tutta una serie di misure che saranno attuate nei prossimi giorni», conclude il prefetto di Cosenza. Per il Colonnello Francesco Ferace, comandante provinciale dei carabinieri, «questi fatti eclatanti avranno una risposta sul piano dell’investigazione».
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