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di OTTAVIO ROSSANI
Lotta contro l’evasione (3 gennaio 2012). Finalmente, verrebbe da dire. Dopo l’incursione a Cortina dei controllori dell’Agenzia delle Entrate che hanno verificato la corrispondenza tra chi possiede beni di grande lusso come Ferrari o altre simili auto e le dichiarazioni dei redditi fatte dai possessori, oppure se i negozi consegnano lo scontrino fiscale che testimonia il sicuro pagamento dell’ l’Iva prevista, è emerso che la maggior parte di negozi, ristoranti, alberghi, e quasi tutti gli esercizi commerciali, chi più chi meno, sono evasori fiscali. Il blitz di Cortina ha provocato molte polemiche. Le riassume tutte la dichiarazione di Fabrizio Cicchitto, il cerimoniere dell’ex Governo Berlusconi, e l’attuale alfiere del rimpianto dei bei tempi di quel Governo che sosteneva che la crisi fosse un’invenzione dei comunisti e dei detrattori, che suona così: “controlli a tappeto come questi sono del tutto inaccettabili e chiaramente ispirati ad una concezione ideologica del controllo fiscale”. L’ex sottosegretario Daniela Santanché ha dichiarato ingiusto il blitz che ha colpito “un simbolo del nostro turismo”. Ha detto anche: “Sono assolutamente contraria a questi metodi da polizia fiscale e trovo sbagliato colpire la ricchezza. Ci lamentiamo tanto che il Paese non cresce, poi chi è ricco in questo periodo viene guardato con sospetto, come colui che certamente evade il fisco”. Da parte sua, il sindaco Andrea Franceschi ha definito il controllo “un’operazione mediatica”. Non sono io a smentire che c’è il risvolto mediatico in un’azione di controllo di massa di questo genere; e non nego che presenta anche un aspetto antipatico, che potrebbe sicuramente confortare l’idea di un affondo poliziesco. Sono sempre stato contro la spettacolarizzazione degli eventi, soprattutto politici, ma ormai viviamo nella “civiltà” mediatica e certe visibilità sono inevitabili. Del resto, ormai è scomparso almeno in Italia il segreto bancario. Ho denunciato anche a più riprese le derive autoritaristiche del precedente Governo Berlusconi e ho denunciato derive simili che in alcuni momenti sono apparse anche nelle decisioni e nei comportamenti di alcuni ministri dell’attuale Governo Monti (per esempio, il rigorismo abbastanza cieco su certi aspetti dei rapporti di lavoro da parte della ministra Fornero). Detto questo, però, che Cicchitto e con lui quasi tutto il PdL, compreso Berlusconi, stigmatizzano l’evento di Cortina come “attacco” al nostro turismo, disturbando soprattutto i clienti stranieri, mi sembra solo demagogico e strumentale. Sono anni che si parla della necessità di contrastare energicamente l’evasione fiscale che secondo le ultime stime naviga verso i 240 miliardi, una cifra che se recuperata risolverebbe il problema del rientro progressivo del debito pubblico e permetterebbe di abbassare subito la pressione fiscale. E allora, ora che c’è un Governo che della lotta all’evasione fiscale ha fatto una delle sue bandiere, che facciamo, ci scagliamo contro perché i controlli a tappeto appiopperebbero l’etichetta di evasori a tutti gli esercenti e a tutti i turisti? Ma per favore! Evitiamo il ridicolo. Si vogliono recuperare le somme evase dai milioni di evasori, negozianti, commercianti, industriali, operatori nel mondo della sanità, supermanager aziendali, e perfino dalle banche nelle complicate operazioni di fusioni e scorpori che negli ultimi dieci anni hanno costellato l’economia italiana. L’Agenzia delle Entrate, diretta da quel Befera che è riuscito a sopravvivere negli ultimi tre Governi (Prodi, Berlusconi e Monti) nella carica di supercontrollore delle entrate fiscali, ha messo a punto finalmente dopo il sollecito del Governo la strategia della verifica di massa, ispezioni a tappeto, lì dove si pensa che si configuri un reato di evasione. Se un contribuente arriva a Cortina con la sua Ferrari e al controllo risulta che ha dichiarato al fisco un reddito di 30 mila euro, che cosa se ne può dedurre, se non che abbia evaso le tasse almeno per una decina d’anni? E se nell’occasione dei controlli a tappeto in quel 30 dicembre “incriminato” risulta che gli esercizi commerciali hanno incassato il 400 per cento in più del giorno prima e il 270 rispetto allo stesso giorno dell’anno precedente, che cosa se ne deduce? Che l’anno scorso (e forse negli anni precedenti) gli stessi esercenti abbiano evaso quanto meno una forte dose di IVA e che abbiano dichiarato redditi molto più bassi rispetto alla realtà. Se a Capri il sindaco dice che i controlli per la sua città (e isola) sono eventi normali tutti gli anni, si deduce che ci sono alcune località controllate e perciò virtuose e la maggior parte delle altre incontrollate e piene di evasori. D’altronde, sappiamo tutti che i dentisti ti dicono: “senza fattura paghi 4000 invece di 5000 euro”, a fronte di prezzi bassissimi (milleduecento euro, per lo stesso tipo di lavoro, estrazione di due/tre denti e nuovi impianti) praticati in Romania da centri specializzati a ricevere comitive di cento/duecento italiani ai quali viene eseguito il lavoro nel giro di due giorni. Insomma, io – e come me tutti i contribuenti controllati all’origine tramite le buste/paga – ritengo che i controlli di massa siano forse la soluzione per portare allo scoperto gli evasori. Mi auguro che questo tipo di controllo venga fatto verso tutti, grandi e piccoli evasori, e non sia l’ennesimo mediatico espediente per dimostrare che l’Agenzia delle Entrate è efficiente, ma che alla fine colpisce i piccolissimi evasori le cui somme sono irrilevanti (mi riferisco al dipendente statale o dipendente privato che magari compila il 730 da solo e sbaglia qualche cifra, per cui alla fine gli arriva una multa di 700 o mille euro per aver evaso alla fin fine 150 o 300 euro, e vi assicuro che è successo a molti). Spero anche che sia finita la manfrina del grande evasore (ricordiamo sempre Maradona o Valentino Rossi o altri artisti o vip vari) finalmente identificato con i controlli incrociati che alla fine chiude la controversia pagando una cifra con un supersconto: per esempio, evasione di dieci milioni, trattativa e concordato per un saldo definitivo di 700 mila euro o press’a poco. “Trovo sbagliato colpire la ricchezza”, si è lamentata la Santanché. Ma, signori miei, qui non si tratta di colpire la ricchezza. Si tratta di stanare i ricchi che si sono arricchiti proprio tramite l’evasione fiscale ripetuta per anni e anni. Per carità, mi rendo conto che anche l’Agenzia delle Entrate prende delle topiche, commette qualche stupidaggine dovuta ad accertamenti presuntivi approssimativi e superficiali, ma sono casi rari. Un invito a Befera: continui nella strategia dei controlli di massa in tutte le località turistiche, ma anche nelle grandi e piccole città. Non faccia diventare il blitz di Cortina di fine anno come un fatto esotico, esclusivamente mediatico. Sarebbe il peggior servizio che potrebbe fare al Paese; perché si ritorcerebbe contro la credibilità dell’Agenzia che lei dirige. Chiudo con un’esortazione per tutti: diventiamo cittadini osservanti delle regole, così eviteremo altre gravi e destabilizzanti “manovre”. Lo so, potrò sembrare un illuso. Ma sono convinto che prima o poi questo nostro Paese diventerà giusto e virtuoso, ne ha tutte le qualità, sia intelligenza sia inventività e, cosa che pochi mettono in evidenza, generosità verso i Paesi più deboli con contributi in denaro ma soprattutto con missioni di volontariato di cui si parla anche troppo poco.

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