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L’Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra d’Aiello (Cs), secondo fonti autorevoli, potrebbe venire acquisito da una fondazione con sedi in Roma e Lugano, in Svizzera, che avrebbe manifestato interesse a rilevare la grande struttura ubicata nel piccolo centro dell’entroterra amanteano.
La “Duc in Altum”, questo il nome della stessa fondazione, sarebbe un ente senza scopo di lucro impegnato nella realizzazione di iniziative di alto interesse sociale, quali opere di assistenza, di carità e di accoglienza, specialmente nei paesi poveri. Obiettivi che sarebbero già stati realizzati in una serie di iniziative messe in campo sia nel nostro Paese che all’estero e che ora vedrebbero la Calabria, e quindi Serra d’Aiello, come prossima destinazione privilegiata.
Il presidente della “Duc in Altum”, Lorenzo Gulli, già giornalista Rai e vaticanista autorevolissimo, assieme ai vertici della stessa istituzione avrebbe già effettuato diverse visite a Serra d’Aiello, ultima delle quali tra Natale e Capodanno appena trascorsi. In quest’ultimo viaggio, al seguito ci sarebbero stati anche alcuni tecnici che hanno avuto modo di visitare la struttura del Papa Giovanni, chiusa dal mese di giugno del 2009, dopo il licenziamento dei circa 600 lavoratori, conseguente al trasferimento degli oltre 300 ricoverati con disagi psichici, ordinato dalla magistratura di Paola per la grave crisi economica e finanziaria in cui versava la struttura.
Una decisione che i calabresi e l’Italia intera conobbero e seguirono in diretta, attraverso i media nazionali, in quella triste giornata del 17 marzo 2009, quando la Polizia, per consentire l’esecuzione del provvedimento, fu costretta ad allontanare di peso i dipendenti della struttura, ora tutti in mobilità in deroga e disoccupati.
Ad accogliere a Serra d’Aiello i vertici della “Duc in Altum”, sarebbe stato proprio il dottor Fernando Caldiero, curatore fallimentare a suo tempo nominato dal tribunale paolano al quale, le stesse persone avrebbero manifestato il loro interesse a rilevare tutto il patrimonio del Papa Giovanni, che sarebbe costituito dai tre edifici esistenti, da diverse decine di ettari di terreno e dalla sede della comunità alloggio “Villa Rosa” che insiste nel perimetro dell’ex cittadella della solidarietà serrese e che, peraltro, sarebbe già stata acquisita all’asta, nelle scorse settimane, dalla stessa fondazione romana, per una cifra vicina ai 300 mila euro.
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