2 minuti per la lettura
Era ricercato dal 10 novembre scorso, Antonio Franzè (in foto), di 32 anni, quando i Carabinieri del comando Provinciale di Roma eseguirono un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma, nei confronti di 30 persone indagate per associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, per avere costituito una ramificata organizzazione criminale operante in più località italiane e all’estero, responsabile dell’importazione in Europa di ingenti carichi di cocaina dal Sudamerica.
Arresti, perquisizioni e sequestri patrimoniali per un valore di 5 milioni di euro furono eseguiti in Calabria, nelle provincie di Vibo Valentia e Reggio Calabria, nonché in provincia di Bari, Brescia, Bologna, Latina, Palermo e Pavia.
L’indagine, denominata “Meta 2010” consentì di delineare la struttura di una ramificata organizzazione criminale operante in più località italiane e all’estero, in grado di approvvigionarsi di ingenti quantitativi di cocaina direttamente dai cartelli colombiani, e di importarli in Italia occultandoli, con varie metodiche, all’interno di carichi di merce legale trasportata via nave o via aereo.
La rilevanza del traffico di stupefacenti gestito dal sodalizio criminale è accertata anche dai maxi sequestri di carichi di droga destinati al mercato italiano e europeo. In particolare 400 Kg. di cocaina, sequestrati il 13 settembre 2010 dalla Polizia Colombiana a Bogotà, che avrebbero dovuto essere importati in Italia tramite un cargo aereo; 1.000 Kg. di cocaina purissima, sequestrati il 12 novembre 2010 dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Roma nel porto di Gioia Tauro (Rc), rinvenuti all’interno dei telai di carrelli agricoli contenuti in un container scaricato da una nave cargo proveniente dal Brasile; 1.200 Kg. di cocaina purissima, sequestrati in data 8 aprile 2011 dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Roma nel porto di Livorno, rinvenuti all’interno di un container contenente scatolame di prodotti alimentari (lattine di “palmito”), scaricato da una nave cargo proveniente dal Cile.
Il sodalizio criminale era composto da un nucleo centrale di personaggi di origine calabrese riconducibili all’alveo criminale della ‘ndrangheta i quali facevano capo al noto narcotrafficante calabrese Vincenzo Barbieri di 55 anni, fino al suo assassinio, avvenuto a San Calogero (VV), in data 12 marzo 2011, ad opera di due killer che gli esplodevano contro 24 colpi di arma da fuoco, affiliato al clan “Mancuso” di Limbadi (VV).
Ieri, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e dello squadrone eliportato cacciatori nel corso perquisizioni finalizzate ricerca latitanti, hanno localizzato e arrestato Franzè, nato a Vibo Valentia in quanto ritenuto responsabile reato associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti con ruolo di capo dell’organizzazione, irreperibile dal 10/11/2011. L’uomo, non è inserito in alcun elenco ed è appartenente alla ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca Mancuso di Limbadi (Vv). Franzè, aveva trovato rifugio interno abitazione dello zio C. G. di 54 anni, che è stato denunciato a piede libero per favoreggiamento. Al momento del blitz ha tentato di fuggire dal tetto dell’abitazione ma ha trovato i carabinieri ai quali si è arreso senza proferire parole.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA