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I carabinieri hanno confiscato beni per un valore di 4 milioni di euro a Vincenzo Rispoli, a capo della ‘locale’ della ’ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo (Varese), già condannato a 11 anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso, e al ‘commercialista’ dell’organizzazione criminale, Giulio Baracchi.
A Rispoli sono stati confiscati una villa a Legnano (Milano), un terreno agricolo a Cirò Marina (Crotone), due auto e conti correnti per un valore complessivo di oltre un milione di euro.
Ammonta a tre milioni di euro, invece, il valore dei beni sottratti a Baracchi grazie a un decreto di sequestro dei beni propedeutico alla confisca: case, terreni e box a Portovaltravaglia (Varese), oltre alle quote di una società che si occupa di gestione del personale e titoli bancari. Fra questi uno, attivo in una banca del Canton Ticino, in Svizzera, aveva un saldo di circa un milione e 300mila euro.
Secondo quanto è emerso dalle indagini, coordinate dalla Dda di Milano, Rispoli era a capo di un’organizzazione criminale legata alla cosca dei Farao-Marinicola di Cirò Marina e radicata nel territorio a cavallo fra le province di Varese e di Milano che, attraverso rapine ed estorsioni, si procurava denaro da reinvestire in imprese edili e attività commerciali. Nel corso dell’operazione dei carabinieri contro le infiltrazioni mafiose nel Varesotto erano già stati sequestrati beni per un valore di 33 milioni di euro.
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