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All’Istituto professionale “Alfonso Casanova” di Napoli l’alternanza scuola-lavoro è stata incoraggiata, giocoforza, dall’emergenza sanitaria. Si tratta di un approccio al mondo del lavoro di tipo tradizionale: gli studenti non si cimentano in novelli Steve Jobs, ma in apprendisti Mastro Geppetto. Niente device davanti il viso, ma metri e seghe tra le mani.
STUDENTI FALEGNAMI
Latitano gli agognati e ormai arcinoti banchi monoposto, con rotelle ai piedi e piano di scrittura ridotto, così la direzione scolastica ha deciso di auto-organizzarsi. La produzione dei banchi con posto unico è allora fai-da-te. Da circa un mese nel laboratorio arredi dell’istituto è partita la produzione che prevede taglio, montaggio delle parti mancanti e pittura. In attesa del primo suono della campanella, gli studenti hanno già iniziato la frequentazione della scuola dunque, non per studiare sui libri ma per apprendere un mestiere, per fare gruppo, nonché per sentirsi utili alle nuove necessità imposte dalla contingenza.
FARE COMUNITÀ
Secondo quanto riferito al Tg3 dalla preside, Mira Masillo, l’istituto avrebbe risparmiato almeno 5mila euro. “La buona scuola è questo – ha aggiunto -, far comunità, fare gruppo, fare squadra, davanti ad un problema. Il problema è di tutta l’Italia, non siamo i soli e lo sappiamo, ma ci siamo rimboccati le maniche sin da luglio abbiamo contattato un fabbro locale ed abbiamo pianificato un’opera non semplicissima”.
La preside ha inoltre spiegato a “Repubblica” che aveva solo 50 banchi monoposto su 1.350 iscritti. “Dunque ne ho chiesti 600 al commissario Arcuri – le sue parole -. Ma sarebbero comunque pochi. E allora, anche perché non è giusto mandare al macero materiali ancora in buone condizioni, ci siamo detti: seghiamo i banchi e trasformiamoli. Un fabbro, per soli 11 euro a banco, ha ridotto e adattato la parte in ferro. I nostri ragazzi (si alternano in 4 ogni giorno nel laboratorio) hanno segato la parte in legno, il banco e il sottobanco, l’hanno piallata e rifinita. Ed ecco i banchi a norma, adatti al distanziamento imposto dal Covid”.
IL CASO DI GIUGLIANO
L’arte di arrangiarsi e la capacità di adattamento, doti notoriamente partenopee, si sono manifestate anche a Giugliano, in provincia di Napoli. Qui Giovanni Rispo, il preside della scuola media statale “G. B. Basile”, ha fatto tagliare a dei falegnami e fabbri di professione i banchi a due posti per ricavarne tanti monoposto e rispettare così le distanze interpersonali. Al netto dei supporti che si sono resi necessari, il costo per ogni banco monoposto, così ricavato, è di circa 16,50 euro, inferiore a quello per l’acquisto dei nuovi banchetti.
Intervistato dall’emittente locale “Teleclubitalia”, il preside Rispo ha affermato di aver “seguito la regole delle 3 R: rifiuto, riciclo e riutilizzo”. In effetti la scelta fai-da-te di questi due istituti della provincia napoletana, si sposa non solo con il rispetto delle regole anti-covid, ma anche con il risparmio e con l’attenzione all’ambiente.
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