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Maxiblitz questa mattina contro la zona grigia della ‘ndrangheta per l’esecuzione di una decina di provvedimenti cautelari nei confronti di professionisti accusati di aver favorito le attività della ‘ndrangheta, in particolare della cosca Valle-Lampada. I provvedimenti, firmati dal gip Giuseppe Gennari, su richiesta del procuratore aggiunto Ilda Boccassini, hanno colpito anche un giudice del Tribunale di Reggio Calabria, Vincenzo Giglio, accusato di corruzione e favoreggiamento personale, rivelazione del segreto d’ufficio con l’aggravante di aver agevolato le attività della ‘ndrangheta e un politico. Coinvolto anche il consigliere regionale calabrese Francesco Morelli Pdl (in foto), che rappresenterebbe l’anello di collegamento tra i clan e gli ambienti politici nazionali. Fermato inoltre, su disposizione della Dda di Reggio Calabria, anche un avvocato di Palmi, Vincenzo Minasi, difensore di Maria Valle, la figlia del capo clan, e Vincenzo Giglio, medico a Reggio Calabria e cugino del giudice arrestato. Minasi è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni.
Sono stati sottoposti a fermo anche tre presunti affiliati alla ‘ndrangheta, Gesuele Misale, Alfonso Rinaldi e Domenico Nasso. Misale è accusato di associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni, Nasso di associazione mafiosa e Rinaldi di intestazione fittizia di beni aggravata dalle modalità mafiose.
I fermi sono stati eseguiti dalle Squadre mobili di Reggio Calabria e di Milano e su disposizione della Dda di Reggio Calabria, sono stati perquisiti gli studi degli avvocati Francesco Cardone, del Foro di Palmi, e Giovanni Marafioti, del Foro di Vibo Valentia, indagati nella stessa inchiesta.
L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini e dai Pm Paolo Storari e Alessandra Dolci.
Intanto il presidente Scopelliti, a Lamezia Terme, per una conferenza stampa sul patto di stabilità regionale, appresa la notizia del fermo di Morelli ha dichiarato: «Fateci leggere le carte. Dateci la possibilità di leggere qualcosa. Ancora non abbiamo nessuna notizia».

I NOMI DELLE PERSONE FINITE IN MANETTE
I nomi delle persone arrestate nell’ambito dell’indagine coordinata dalle Dda di Milano e di Reggio Calabria, prosecuzione di quella sul clan dei Valle e non di ‘Infinito’. In carcere sono finiti:
Raffaele Ferminio (associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni);
Vincenzo Giglio, medico di Reggio Calabria (concorso esterno in associazione mafiosa);
Francesco Lampada, attualmente detenuto per associazione mafiosa, concorso in usura e intestazione fittizia di beni;
Giulio Giuseppe Lampada (associazione mafiosa, corruzione, concorso in rivelazione di segreto d’ufficio, intestazione fittizia di beni);
Vincenzo Minasi, avvocato del foro di Palmi e con studi a Milano e Como (concorso esterno in associazione mafiosa, rivelazione di segreto d’ufficio, intestazione fittizia di beni, aggravato dalla finalità di favorire l’associzione mafiosa);
Luigi Mongelli, maresciallo capo della Guardia di Finanza (corruzione);
Francesco Morelli, consigliere regionale presso la Regione Calabria (concorso esterno in associzione mafiosa, rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione);
Leonardo Valle (associazione mafiosa, corruzione, intestazione fittizia di beni). Ai domiciliari è stata messa Maria Valle, moglie di Lampada (corruzione).

15 MESI FA, L’OPERAZIONE CONGIUNTA
DELLE DDA DI MILANO E REGGIO
L’operazione odierna rappresenta il seguito delle indagini congiunte della Dda di Reggio Calabria e di Milano ma tecnicamente non può definirsi un seguito delle maxioperazioni del luglio 2010 che portarono in carcere centinaia di persone tra Calabria e Lombardia, delineando il quadro delle alleanze e del comando a Milano e a Reggio.
Quelle due operazioni – denominate Crimine ed Infinito – scaturite da due diverse ordinanze di custodia cautelare hanno già portato a dibattimenti (a Milano si è concluso con pesantissime condanne una settimana fa), rinvii a giudizio, patteggiamenti, e suggellò il rapporto di collaborazione tra i due uffici giudiziari, impegnati in prima linea nel delineare l’allargamento delle cosche mafiose calabresi fuori regione e soprattutto in Lombardia. L’operazione odierna è il seguito di quelle indagini congiunte.

LA POLIZIA NEGLI UFFICI DI MORELLI IN CONSIGLIO REGIONALE
Gli agenti della polizia di Stato si sono presentati questa mattina a Palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale della Calabria per perquisire gli uffici del consigliere Francesco Morelli, arrestato la scorsa notte su richiesta della Dda di Milano. Morelli, è presidente della Commissione consiliare, Bilancio e programmazione economica, e l’accusa di corruzione a lui contestata, è da mettere in relazione alla nomina della moglie del giudice Vincenzo Antonio Giglio, Alessandra Sarlo, a commissaria dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia. Questo è quello che emerge dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei suoi confronti dal gip di Milano su richiesta della Dda.
Oltre all’ufficio di Morelli al Consiglio regionale della Calabria, sono state perquisite una casa a Roma di proprietà della moglie del consigliere regionale e le sedi di alcune società di vari settori in cui il consigliere regionale avrebbe una partecipazione. Società di cui sarebbero partecipi alcuni affiliati alla ‘ndrangheta. Morelli, stamattina, è stato portato a Reggio Calabria per alcuni adempimenti legati al suo arresto ed è stato successivamente trasferito nel carcere di Opera a Milano. Nei prossimi giorni, in presenza del suo difensore di fiducia, l’avvocato Franco Sammarco, sarà sottoposto all’interrogatorio di garanzia da parte del gip di Milano.

Il GIP DI PALMI, GIUSTI, CORROTTO CON LE ESCORT
Il gip di Palmi Giancarlo Giusti, perquisito e indagato per corruzione in atti giudiziari nell’ambito dell’operazione condotta dalle Dda di Reggio Calabria e Milano, sarebbe stato corrotto con viaggi e soggiorni nel capoluogo lombardo pagati dagli affiliati all’associazione a delinquere.
Al magistrato sarebbe stata assicurata anche la compagnia di una ventina di escort. I pm stanno cercando di capire cosa avrebbe dato in cambio al boss Giulio Giuseppe Lampada.
L’altro magistrato coinvolto, il presidente della Corte d’Assise di Reggio Calabria, Vincenzo Giglio, sarebbe stato invece corrotto con una ‘spinta’ alla carriera della moglie, Alessandra Sarlo, dirigente della Provincia e commissario straordinario della Asl di Vibo Valentia, poi messa sotto inchiesta per mafia.

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