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Nei sedimenti della diga del Pertusillo sarebbero presenti livelli «elevati e preoccupanti» di Bario, in particolare nei pressi del fiume Agri, «che sarebbero in parte riconducibili a fanghi derivati dalle attività di estrazione del petrolio», oltre ad Alluminio, Ferro e Manganese, «provenienti anche da scarichi privati e industriali». I dati emergono da alcune analisi realizzate tra maggio e ottobre, ed illustrati stamani, a Potenza, nel corso di un incontro con i giornalisti, dalla docente di Geologia nell’Università degli Studi della Basilicata, e presidente regionale dell’Ehpa (Associazione per la tutela dell’ambiente e della salute), Albina Colella. «Le percentuali rinvenute – ha detto – sono preoccupanti e confermano anomalie già presenti in studi precedenti, in particolare per il Bario, con livelli notevoli nell’area circostante l’afflusso del fiume Agri». La docente ha evidenziato che per i sedimenti non esistono attualmente limiti di legge in Italia, per cui sono state prese in considerazione le percentuali dell’Organizzazione mondiale della sanità e le comparazioni con i livelli di agenti chimici nei suoli. In tutti i casi la presenza di Bario, Idrocarburi, Ferro, Alluminio e Manganese sono «preoccupanti – ha concludo Colella – e proseguiremo la ricerca anche a livello universitario».

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