Giulio Ferrara
2 minuti per la letturaSI è dimesso dopo le polemiche per la condanna per abusi sessuali su una dipendente l’ormai ex presidente del Cotrab Giulio Ferrara. Lo ha reso noto lui stesso con una comunicazione al collegio sindacale, ai consiglieri di amministrazione e ai rappresentanti legali delle imprese aderenti al consorzio che gestisce il trasporto pubblico locale in Basilicata, per conto delle province di Matera e Potenza.
Ferrara, che ieri era stato invitato a un passo indietro anche dalle ministre ai Trasporti e all’Agricoltura, Paola De Micheli (Pd) e Teresa Bellanova (Iv), dopo che il caso era stato riportato alla ribalta dal consigliere regionale M5s Gianni Leggieri, ha parlato di una decisione scaturita “dalla violenta campagna di stampa a seguito del recente rinnovo” della presidenza del Cotrab, che ha visto la sua conferma.
Quindi ha spiegato di una scelta a favore della “serenità del lavoro da affrontare in questo delicato momento da parte del consorzio”, data la scadenza dei contratti in essere e l’attesa per le nuove gare della Regione Basilicata.
COSÌ IL CASO FERRARA È DIVENTATO NAZIONALE
LA REGIONE PRENDE LE DISTANZE DALLA NOMINA
In merito alla vicenda che ha visto l’elezione di Ferrara a presidente del Cotrab, il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, e la giunta regionale, in una nota, affermano che “è del tutto evidente che motivi di opportunità avrebbero dovuto suggerire alle aziende private che formano il Consorzio Cotrab di evitare che un condannato in via definitiva per un reato grave contro la persona fosse eletto quale loro rappresentante. È evidente, pure, che la Regione non ha nessun potere se non quello di stigmatizzare il fatto che una persona che ha subìto una condanna secondo legge e che, quindi, non ha più i requisiti di onorabilità sia stato messo a capo del Cotrab”.
Secondo Bardi e la Giunta “c’è un palese vuoto normativo a cui il Parlamento e il governo devono porre rimedio, non avendo la giunta, purtroppo, nessun titolo in materia. Le polemiche di queste ore sul ruolo dell’esecutivo regionale sono prive di fondamento. Perché è evidente che abbiamo subìto la nomina che attiene alla competenza di soggetti privati. Aspettando una norma che chiarisca definitivamente che i condannati per reati gravi non possano accedere a cariche di interesse pubblico, il governo regionale ritiene che sia nell’interesse del Consorzio rimodulare la scelta già fatta”.
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