L'ospedale dell'Annunziata di Cosenza
2 minuti per la letturaCOSENZA – Mariangela Colonnese riposerà insieme al suo bambino. I familiari della ragazza deceduta in ospedale lo scorso 21 agosto, in circostanze più che misteriose (LEGGI), hanno ottenuto ieri il via libera alla restituzione della salma, incassando anche l’ok per un ulteriore concessione: mamma e figlio saranno sistemate nella stessa bara, uniti in un abbraccio eterno ma oggi più che mai amaro.
Circostanze misteriose, dicevamo, perché l’autopsia non ha offerto nell’immediato una spiegazione logica alle cause del decesso della trentaquattrenne di Longobardi che portava in grembo una creatura di sei mesi in ottima salute. Un epilogo ancora più inaccettabile, dunque, e sul quale la Procura guidata da Mario Spagnuolo intende fare chiarezza, sgombrando il campo da ogni dubbio.
Sono dodici, al momento, le persone iscritte nel registro degli indagati perché all’elenco di medici e anestesisti dell’Annunziata (LEGGI) si è aggiunta anche la ginecologa di fiducia della vittima.
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Le ipotesi di reato in contestazione sono omicidio medico colposo e omissione di soccorso, quest’ultimo aspetto riferito, evidentemente, al mancato ricovero del 17 agosto, quando Mariangela si presenta in ospedale lamentando dolori addominali, diarrea e vomito, ma viene rispedita a casa senza essere trattenuta in corsia. Tornerà in ospedale il giorno successivo, prologo alla tragedia ormai imminente. Ancora oscura la causa della morte: dall’autopsia è emersa una piccola occlusione intestinale, ma anche un ematoma sulla fronte di origine incerta e sul quale, ora, si concentreranno le attenzioni dei medici legali. Un vero e proprio esercito quello che ha partecipato all’esame autoptico, tra specialisti della Procura e consulenti degli indagati e delle offese. Da loro si attende ora una spiegazione scientifica rispetto a qualcosa che, al momento, non si riesce proprio a spiegare.
C’è un particolare in più che si aggiunge a quelli, comunque nebulosi, fin qui evidenziati: nella sua ultima settimana di vita, la ragazza era soggetta a svenimenti anche con una certa frequenza, circostanza che aveva allarmato non poco i suoi familiari al punto che, gli stessi, cercavano di non perderla mai di vista. Una premura rivelatasi, purtroppo, inutile. E mentre le indagini vanno avanti nel segno della Squadra Mobile di Cosenza, nei prossimi giorni saranno celebrati i funerali di Mariangela e del suo bambino. Per ora, non resta che piangere.
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