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Dieci persone, presunti usurai sono stati arrestati dalla Guardia di finanza di Vibo Valentia e dai carabinieri del locale Comando provinciale, nell’ambito dell’operazione «Business Cars», che ha permesso di sgominare un’associazione a delinquere finalizzata all’usura aggravata, all’abusiva intermediazione finanziaria e all’estorsione ai danni di tre imprenditori.
Secondo l’accusa gli arrestati, applicavano tassi di interesse fino al 1500% e si facevano «ripagare» i prestiti con auto di lusso. Sono 10 i presunti usurai arrestati. L’operazione riguarda diverse località delle province di Vibo, Catanzaro e Reggio Calabria: molti dei destinatari delle ordinanze di custodia hanno precedenti di polizia e alcuni sono vicini al clan Mancuso di Limbadi. Singolare, tra gli altri, il caso della vittima costretta a «vendere» il proprio appartamento e poi a versare un canone d’affitto al suo strozzino per restare ad abitarvi.
Nel corso dell’operazione sono stati eseguiti misure sequestri di beni mobili ed immobili per un valore di circa 400.000 euro. Gli inquirenti avrebbero accertato l’esistenza di due consorterie criminali operanti sul territorio calabrese che, avvalendosi del vincolo associativo, con minacce ed estorsione, applicavano alle proprie vittime un tasso usurario dal 864% al 1503, 8% annuo, ovvero dal 72% al 136,71% mensile. Le indagini hanno permesso di individuare tre imprenditori vibonesi sottoposti all’usura. La prima associazione, operante nelle province di Reggio Calabria e Catanzaro, composta da 12 persone, tutte con gravi precedenti di polizia per reati quali omicidio doloso, occultamento di cadavere, associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico internazionale di stupefacenti, abuso su minore , estorsione e truffa» avrebbe consesso ad un impre ditore operante nel settore della commercializzazione di automobili, nel novembre del 2007, un prestito di 15.000 euro pretendendo ed ottenendo fino all’ottobre 2008, quale contropartita, autovetture per un valore di mercato superiore ad 500.000 euro corrispondendogli somme di denaro esigue. Da qui l’applicazione sul modestissimo ammontare iniziale di un tasso di interesse usuraio pari al 1503,80 % annuo, ovvero pari al 136,71% mensile. Il sodalizio criminoso, per monetizzare la dazione usuraria consistente in circa 55 autoveicoli, alcune delle quali di grande pregio, per valore complessivo stimato in circa 1.300.000 euro, si è avvalsa di una rete di 10 autosaloni e di una concessionaria conniventi operanti nei comuni di Catanzaro, Lamezia Terme, Rosarno, Ardore, Bovalino, Satriano, e Vibo Valentia.
La seconda associazione, operante nel vibonese e composta da 10 persone, alcune delle quali con precedenti per truffa, usura e riciclaggio, vicini alla cosca Mancuso di Limbadi, avrebbe consesso allos tesso imprenditore usurato, in più soluzioni, nel periodo compreso tra maggio 2008 e febbraio 2010, un prestito complessivo di 127.500, euro pretendendo ed ottenendo, a titolo di interessi, 113.600 euro in denaro contante, 2 autovetture del valore di 44.000 euro e, per il rientro definitivo, l’ulteriore corresponsione della somma di 400.000 euro ottenuta mediante minacce esplicite. Tra i beni posti a garanzia del prestito usurario ottenuto, figura la cessione di una importante proprietà immobiliare sita nel Mantovano il cui valore commerciale è pari a 1.600.000 euro. In tal modo sull’originale prestito di 127.500 euro sono stati corrisposti interessi usurari pari all’864% annuo, ovvero del 72% mensile.
Nel corso dell’attività di indagine, sono stati accertati ulteriori prestiti usurai ad altre vittime ed in particolare: Un commerciante di auto, nell’arco temporale dal 2005 al 2009, a fronte di un prestito iniziale di complessivi 37.600 euro è stato costretto a corrispondere interessi usurari pari a 161.650 euro in contanti ed un’autovettura del valore di 25.500 euro. Un commerciante ambulante, tra il 2008 ed il 2010, a fronte di un prestito iniziale di 20.000 euro, è stato costretto a corrispondere interessi usurari pari a 53.000 euro in contanti ed una unità immobiliare ad uso commerciale di sua proprietà, del valore di 40.000, la quale, con apposito contratto, è stata ceduta in locazione all’usurato stesso che era costretto a pagare un canone annuo pari a 2.400 euro.
A finire nella rete degli investigatori: Maurizio Camera, 36 anni, nato a Melito Porto Salvo (Rc) ma residente ad Ardore (Rc); Carmine Franco, 35 anni, di Catanzaro; Luciano Latella, 48 anni, di Ardore; Adriano Sesto, 37 anni, di Lamezia Terme; Giovanni Battista Tassone, 56 anni di Soriano, nel Vibonese (Alias “Cappuccino”); suo figlio Nazzareno Francesco, 21 anni; Nazzareno Pugliese, 62 anni di San Costantino Calabro (VV); Luigi Caré, 47 anni di Serra San Bruno (VV); e Girolamo Macrì, 33 anni si Soriano Calabro. È riuscito a fuggire alla cattura Massimo Zappia , 35 anni, nato a Bovalino ma domiciliato in Benestare (RC). Tutti sono accusati, a vario titolo di usura, minacce
ed estorsione. Per i vibonesi, inoltre, il gip ha riconosciuto l’esistenza del vincolo associativo.
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