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Daniele Gatto è in carcere dal pomeriggio di lunedì scorso dopo aver ucciso Adelina Bruno, la donna che amava che aveva deciso di interrompere la relazione che durava da più di un anno. Lui separato e padre di un figlio e forse questo cominciava a pesare nella loro storia. Avevano deciso di prendersi una pausa di riflessione una settimana prima la tragedia. Prima la lite, poi Daniele Gatto ha perso la ragione strangolando la ragazza e colpendola alla testa, sul viso e alla gola con canne di legno appuntite. Tredici in tutto i colpi così come è emerso dall’autopsia che ancora dovrà però chiarire altri aspetti. Tra cui se la ragazza era incinta o meno. Un particolare infatti che non era ancora emerso, ma il medico legale è impegnato anche a dare una risposta su questo aspetto agli inquirenti. Un esame che si è reso necessario considerato che l’assassino di Adelina, nel corso delle otto ore di interrogatorio, avrebbe anche detto che da alcuni giorni aveva chiesto ad Adelina di sottoporsi al test di gravidanza visto che lei aveva dei ritardi.
Forse questo pensiero che Gatto non è riuscito a togliersi dalla testa potrebbe essere stato una delle cause che hanno scatenano la furia omicida dell’uomo oltre alla decisione di Adelina di interrompere la relazione.
Le uniche certezze sono invece le dinamiche dell’omicidio raccontate da Daniele Gatto durante l’interrogatorio dopo essersi costituito al commissariato di Lamezia la mattina di lunedì, il giorno dopo l’uccisione della ragazza lasciata per tutta la notte senza vita sotto un albero di ulivo nelle campagne di via Federico Montesanti. Daniele Gatto avrebbe prima preso a pugni la ragazza, soffocandola successivamente con una corda e inveendo con più canne in parti vitali (gola, cervello e viso) così sfregiandola a deturpandone il corpo sino a renderla irriconoscibile e lasciandola esanime. A Gatto gli viene anche contesta l’aggravante di aver agito con crudeltà, di aver adoperato sevizie e di aver agito per motivi futili e abietti.
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