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di PARIDE LEPORACE
IL vicepresidente del Parlamento europeo, Gianni Pittela (in foto), almeno una volta, nel corso dell’anno solare, ci dedica una visita in redazione. Ieri la liturgia si è ripetuta, alla vigilia di una nuova vulcanica iniziativa dell’uomo politico piu’ internazionale e combattivo della Basilicata. Il prossimo dieci novembre a Montecitorio si presenta “Prima persona”.
Il magico Gianni che da Lauria non perde lo sguardo sull’Europa globalizzata, con a fianco il fido Sergio Ragone, uno dei boys basilischi che insieme a Mario Polese, Michele Franzese, Vitina Marcantonio, Mario Caputo, Antonella Brizio sono i giovani lucani che partecipano all’impresa, mi spiega la natura della nascente creatura. Un pensatoio al tempo della crisi. Una lobby nel miglior termine di definizione. Non pensate ad una corrente di partito, ad una logica di schieramenti, ad un organigramma. La Basilicata fa parte di un insieme più complesso. La parola a Pittella vi fa capire quanti chilometri distanti siamo dalla Leopolda e o dai giovanotti di Bersani che avversano il coetaneo Renzi: «Abbiamo pensato ad un’associazione aperta a uomini e donne provenienti da latitudini diverse, che chiama a raccolta persone senza e con tessera di partito, di ogni schieramento. Vogliamo dare un contributo ad una ricostruzione democratica di cui si sente il bisogno». L’analisi dello stato delle cose non è delle migliori secondo il vicepresidente che, nelle molte riunioni che hanno preceduto il lancio, hanno trovato «un Italia al capolinea. Dopo 16 anni di Seconda repubblica prevale la deriva plebiscitaria, con i cittadini usurpati dalla scelta del voto». Al centro del progetto ci sono «persona e territori». Ogni aderente con un contributo volontario di venti euro «criticamente potrà dare il suo contributo e parteciperà a delle campagne nazionali che hanno come obiettivo la riforma della politica». Il glossario è molto chiaro e non può che essere condiviso da chi vuole uscire dalla gorta mora della crisi attuale. Se Renzi wikikizza il Pd, Pittella e i suoi usano lo stesso verbo postmoderno per wikizzizare la pubblica amministrazione. La legge sulla trasparenza di Obama e un punto di riferimento. Il barcamp è l’assemblea tecnologica della modernità. Primarie ma dotate di doparie di controllo. Riduzione dei benefit della casta in termini riformisti. Come? Pittella sembra un libro stampato: «Bisogna concorrere alla solidarietà verso l’otto per cento di poveri che ci sono in Italia. Il venti per cento degli stipendi di noi politici va versato ad un Fondo nazionale di solidarietà». La rodata esperienza europea ha radicato comportamenti europei nello statista lucano: anagrafe degli eletti, pagamenti diretti ai collaboratori. Il vicepresidente del parlamento europeo testimonia che per statuto «non ha auto blu, né indennità speciali. Mi sembra un buon modello e non perché mi riguarda». “Prima persona” chiede anche un passo indietro alla politica dalla gestione di enti, società partecipate e tutti quegli acronimi che da anni sono diventati il fulcro della lotta dei partiti. Per l’economia e la finanza che battono la crisi, l’ispiratore di Prima persona propone cifre da cavallo con «scelte coraggiose ed eque. Una patrimoniale sulle grandi rendite. Avviare subito le dismissioni dei beni statali inutilizzati, penso non solo alle caserme, ma anche alle proprietà turistiche di Sviluppo Italia lasciate ad ammuffire. Ogni italiano porta sulle spalle trentamila euro di debito pubblico. Invece di pagare gli interessi, ognuno, secondo la sua possibilità, deve farsi carico di estinguerlo. Anche perché conviene».
Prima persona sarà attenta anche ai beni pubblici: acqua, aria, paesaggio, bella Italia. In contraltare all’Italia vergogna. Nelle intenzioni rinascono gli amici del Mondo di Pannunzio. Ci si propone di dare iniziativa in tutta la penisola per valorizzare e denunciare. L’appello chiama a raccolta soprattutto giovani, donne, associazioni. Contratti di genere e servizio civile prolungato. Inevitabile l’attenzione all’Europa. Secondo Gianni Pittella serve «il triplo salto mortale. La crisi non si risolve senza unità fiscale, politica con l’elezione diretta del premier europeo, e militare. Il problema non è l’euro. La nostalgia della lira è il pensiero di uno sprovveduto come Berlusconi».
Le idee non mancano. Il dieci a Roma con Gianni Pittella prenderanno voce Andrea Camilleri, Dario Vassallo, fratello del sindaco ucciso a Pollica, giovani assessori meridionali, imprenditori, disoccupati, economisti. Poi, secondo costume Pittella, il tour non si fermerà. Il vicepresidente nell’arco di dodici ore partecipa ad un convegno a Sorrento e uno a Bastia Umbra, politico che incontra i forestali irpini senza lavoro che non vedevano un politico dai tempi di De Mita premier e che quando torna a Lauria per la festa comandata mette in agenda venti incontri ad personanam. Prima persona con queste modalità quindi si presenterà a Torino per affrontare la banda larga, a Palermo la discussione sarà sulla primavera del Mediterraneo, nell’area napoletana su riforme politiche e a Bruxelles si percorrerà Internet argine al deficit democratico. Ma dove vuole arrivare questo Gianni Pittella?
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