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QUANDO Santochirico, da assessore, procede con l’ultimatum a Santarsiero (o adegui Pallareta o ti commissario), il sindaco di Potenza chiama subito Sigillito per investirlo del problema. E il direttore Arpab, di rimando, telefona all’amico e referente politico Erminio Restaino (in foto), per renderlo edotto di una questione potenzialmente esplosiva. Restaino, dal canto suo, dice di essere già a conoscenza della storia e di averne parlato pure con il presidente De Filippo. Sigillito però insiste: Santarsiero è convinto che dietro la vicenda ci sia ben altro. Cosa questa di cui è convinto lo stesso Restaino.
R: pronto
S: sono Enzo, ciao
R: ciao caro come stai?
S: un po’ stanco ma tutto a posto. Senti ti chiamo perché, mi ha chiamato un paio d’ore fa, Santarsiero
R: si
S: che, è a Bologna per la moglie, eh, dicendo che è arrivata una lettera, io ti avevo detto
R: si, si
S: che la vicenda Pallareta era tutto risolto
R: E’ una brutta cosa di… mi ha chiamato De Filippo per dirmela, che peraltro era già stata anticipata dai giornali
S: ah, è già stata anticipata
R: eh, stamattina è uscita sopra i, sopra i giornali, mò domani me la, che ti ha detto Santarsiero?
S: e Santarsiero, giustamente è incazzato come una bestia perché, eeh
R: si deve capire questa cosa, è una mezza manovra politica, io già glielo avevo detto a De Filippo che mi puzzavano un po’ di cose
(…)
S: praticamente lui pensa che, figurati se Ricciardi prendeva l’iniziativa
R: eh sì (…) figurati
S: e poi dice che ha avuto una, un ultimatum da Santochirico dicendo che ti do venti giorni sennò ti commissaria
R: si, si, cioè una cosa del genere, lui drammatizza un po’, però è così, lui la fa più grave di quanto (…) De Filippo, comunque, è brutta la cosa
S: ormai è un fatto politico solamente, lui De Filippo, cioè Santarsiero pensa anche a cose diverse dietro
R: si, si, si ma io ne sono convinto
S: però bisogna risolvere la cosa sennò qua
R: eh, eh, non c’è dubbio proprio (…) De Filippo o me la dai tu
S: ma tu sei qua
R: no, io sono andato a Montemilone, mo sono venuto ad Altamura a fare gli auguri a degli amici che si sono sposati
S: ah, ho capito, va be’, e insomma poi mi fai capÏ un pÚ che (…)
R: E’ grave, è grave sta cosa, va be’, dobbiamo stare un po’ attenti.
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