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Di seguito un caso di ordinaria mala – sanità: a narrare la vicenda la mamma di un bimbo di 5 anni:
“Vivere un’esperienza come quella che ci e’ successa domenica 12 giugno e’ di per se traumatico e devastante ,ancora ora non riusciamo a capire come e’ stato possibile che succedesse…..mio figlio di 5 anni ha infilato il dito nella gabbia di un coniglio e questo mordendoglielo gli ha staccato di netto la prima falange dell’indice destro.
La corsa al pronto soccorso con la lucidita’ che non c’era e il panico che andava a mille non vedendo l’ora che i km passassero veloci e poi quando arrivi li e pensi finalmente adesso qualcuno fara’ qualcosa, ci dira’ qualcosa ..qualsiasi cosa pur di aiutare mio figlio mentre continui a ripeterti:” non ci credo, mio Dio aiutaci” …..tu hai avuto la cattiva idea di farti capitare tutto questo proprio nel momento del cambio turno al pronto soccorso!
Entri in una stanza e vedi un dottore che frettolosamente dice :”si va bhe faccia una radiografia e poi vada dall’ortopedico” mentre una continua a chiedermi i dati di mio figlio se no non possono aprire la pratica di pronto soccorso….e il dottore tuo figlio manco lo guarda!Quando tu solleciti a non perder tempo il dottore si incazza! Si proprio cosi’,” lui si incazza” e dice di star calmi ma si tanto era una cosa da niente…
Vai a fare la radiografia ok ma il foglio del pronto soccorso dov’e’? Il tecnico radiografo non ti da il referto senza quel foglio…allora gli amici corrono al pronto soccorso per farselo dare ma li non c’e’ nessuno…manca il dottore che si e’ andato a cambiare….mancano le infermire e ti dicono che nel pc non c’e’ la password per stampare il foglio con la richiesta..intanto il tempo passa e tu sai che per questi casi il tempo e’ essenziale.
Quando finalmente il foglio arriva di corsa dall’ortopedico che guarda la radiografia e dice che non c’e’ niente da fare,il dito del bambino manco lo guarda, solo la radiografia…meglio sbrigarsi a chiudergli il dito.
Intanto stai li con la borsa frigo col dito di tuo figlio dentro in mano e pensi “oh Dio non c’e’ niente da fare”…ti viene da piangere mentre gli fanno iprelievi e lui urla sei talmente nel panico che non senti il dottore che dice a tuo marito :”noi qui non siamo attrezzati, io non l’ho mai fatto un intervento simile”
Non senti neanche tua zia che in quell’ospedale ci lavora da 38 anni dire al medico “ma se era tuo figlio? un tentativo non l’avresti fatto?”Non senti rispondere”si!” E allora peche’ mio figlio no? Perche’ in cinque minuti hanno deciso che sarebbe dovuto rimanere senza un dito?
Qualcuno mi dice “muoviti andiamo a Catania,li c’e’ la microchirurgia”
In elicottero…no l’elisoccorso e’ gia impegnato, con l’ambulanza no prima che si mettono d’accordo perdiamo l’intera giornata e qui tempo non ce n’e’, in macchina …la nostra e cosi’ corri al traghetto ti fanno passare avanti e sei il primo a scendere e quegli ottanta km da messina a catania non finiscono mai mentre tieni tuo figlio fra le braccia tu piangi e lui ti da coraggio.
Quando finalmente arrivi a Catania, all’accettazione del pronto soccorso prendono i nostri dati e dopo pochi minuti sei dentro, manco ti guardano per non perdere tempo fanno il foglio di ricovero e ti mandano su al reparto di chirurgia plastica, cinque minuti e gia stanno visitando il bambino, fanno i prelievi e ti mandano in camera a sistemare il bambino ma intanto per non perdere tempo telefonano a Reggio per farsi mandare via fax gli altri prelievi fatti al pronto soccorso…risposta da Reggio :”NON ABBIAMO IL FAX”.
Ci mandano in sala operatoria non perdono tempo e tu ti domandi “ma siamo su un altro pianeta?”
L’intervento tecnicamente e’ andato bene , non c’e’ certezza pero’ della riuscita c’erano troppi danni, sicuramente non avra’ finzionalita’,forse qualcosa potrebbe recuperare forse andra’ male ma se non altro al dottor Ranno ho sentito dire “e’ un bambino di soli cinque anni e ci dobbiamo provare” ed e’ questo che tutti i medici dovrebbero dire o fare.
Adesso non ci resta che aspettare e pregare ma intanto a mente un pochino piu’ lucida penso e penso che al pronto soccorso tutte quelle persone in cui ci siamo imbattuti dovrebbero vergognarsi e se fosse possibile essere sbattuti in mezzo ad una strada perche’ li tu non e’ che fai un lavoro qualsiasi tu sei li per aiutare e curare la gente che sta male non per fargli un favore o passare il tempo in attesa della fine del turno. Che amarezza! Mi sento invece di dover dire un grazie dal cuore a tutti i papa’ dei compagni d’asilo di mio figlio che sono stati eccezionali un grazie speciale al dottore Ranno dell’ospedale Cannizzaro di Catania, un un’infermire di cui non so il nome ma dall’aspetto molto burbero ma di una gentilezza infinita!
A chi si prendera’ la briga di leggere questa nota chiedo due cose ,se possibile di condividerla e di dire una preghiera per la mia piccola roccia Manuel che e’ il mio eroe che in tutto questo non ha mai pianto, non si e’ mai lamentato e che ci dava forza e coraggio.
Grazie”

Il Comitato Spontaneo Tutela Saracinello

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