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POTENZA – 307452“Sacrifici per i più deboli, privilegi per i più forti”. E ancora un altro slogan: “Non ci stiamo più, indignati, ma non solo”. Un attacco forte, deciso quello che viene scagliato attraverso un volantino colorato alla Sanità lucana e a tutto il “sistema” lucano. In particolare “l’indignazione” è contro i ticket della sanità. L’attacco viene dalla Fiom Cgil e da Basilicata civica. Si contesta l’introduzione dei ticket a fronte «delle inefficienze della Sanità lucana». La Fiom Cigl insieme a Basilicata civica poi, elencano per “dimostrare” le inefficienze elencano 307458in una tabella come sono cresciute dal 2004 a oggi le liste d’attese all’ospedale San Carlo che è considerato il “fiore all’occhiello” della Sanità lucana. Nei dettagli la Fiom – Cigl e Basilicata civica, attraverso il comunicato dichiarano: « L’emigrazione sanitaria se la si vuole affrontare nel modo giusto va analizzata in tutti i suoi aspetti. Va rigettata la solita banalità di una cultura dell’esterofilia esasperata, come frutto di un nostro provincialismo. C’è innanzitutto un fattore dovuto alla “fama” ed alla tradizione di alcune strutture del centro-nord, che in alcune particolari specialità danno una maggiore affidabilità al cittadino ammalato. Oncologia prima di tutto. L’impatto poi con un’organizzazione più efficiente dà anche una tranquillità sotto molti punti di vista. Purtroppo la nostra organizzazione qualche carenza disfunzione in più la dimostra. Le lamentele ci sono.!». «Nella nostra Regione – prosegue la nota – molte Unità operative specialistiche sono cresciute con buoni standard assistenziali e risultati ottimi, tanto che ammalati vengono da fuori regione. Al di là della legittima libertà di scegliere la struttura dove curarsi, vanno individuati alcuni motivi più particolari che portano a questa situazione cronica di emigrazione. Tutto insieme: disfunzioni, carenze, incertezze sui tempi attesa, qualche risultato deludente, ecc..ecc..! Lungaggini varie rappresentano le motivazioni più frequenti. Un altro fattore , importante, è quello dei medici di famiglia che spesso non sono al corrente di quello che le strutture ospedaliere a due passi fanno in termini di diagnosi e cura. Esiste una “separatezza” fra le varie categorie di medici; ospedalieri da una parte, i medici di famiglia dall’altra. Antiche incomprensioni mai sanate…! La mano destra non sa quello che fa la mano sinistra viceversa. Attardarsi a parlare di colpe non serve; è utile trovare le giuste soluzioni che rappresentano anche una maggiore garanzia per i cittadini. Bisogna creare più spesso occasioni comuni di aggiornamento discussione sulle patologie più importanti; esperienze e risultati. Protocolli comuni». E quindi si conclude la nota: «La famosa “rete” di cui parla l’assessore alla Sanità dovrebbe cominciare dal medico di famiglia. Rete significa comunicazione conoscenza reciproca, continuità assistenziale. Anche perché alcune motivazioni all’emigrazione sono veramente stupefacenti . Le tante strutture vanno ripensate, meglio definiti con ruoli compiti per ciascuna; alzare i livelli organizzativi e funzionali. La sanità è un punto critico della vita sociale ed economica. Esistono in Basilicata capacità e funzionalità sottovalutate!». E quindi poi la seconda parte della nota – volantino passa agli slogan e alla domande: “Perché siamo chiamati a pagare con i Ticket le inefficienze del servizio sanitario regionale. Perché non vengono colpiti gli sprechi. Perché i direttori generali non vengono nominati e confermati sulla base dei risultati conseguiti e dai servizi offerti ai cittadini. Perché 17 ospedali ed i cittadini per curarsi devono attraversare una intera regione anche per visite banali. Perché colpire sempre i cittadini attraverso i ticket sulla farmaceutica e sulle visite specialistiche».
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