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Le sue condizioni sono gravissime. L’imprenditore turistico Rocco Sainato, 64enne titolare del villaggio “Eden”, sito nella baia Grotticelle a Capo Vaticano è in coma a seguito di una violenta aggressione da parte di una persona la cui posizione è al vaglio del sostituto procuratore della repubblica di Vibo, Maria Gabriella di Lauro. L’episodio è avvenuto intorno alle 11.30 sulla spiaggia. Saitano avrebbe avuto una discussione con G.D.S., 38 anni, gestore dei pedalò sull’arenile, già noto alle forze dell’ordine in quanto coinvolto in passato nell’operazione “Dinasty Affari di famiglia” contro il clan Mancuso. La discussione sarebbe partita da una strada adiacente la famosa spiaggia di Grotticelle, di cui la vittima era stata nominata custode dalla Procura di Vibo Valentia, èd attualmente oggetto di un contenzioso aperto da decenni riguardante la proprietà della stessa. E pare sia stato proprio l’accesso ad accendere il diverbio fra l’imprenditore turistico e G.D.S. In base a quanto è stato possibile apprendere sembra, infatti, che Sainato abbia negato al 38enne il transito alla via, chiusa da un cancello, provocando l’immediata reazione di quest’ultimo che, accompagnato da due uomini di nazionalità rumena, avrebbe cercato di far rivalere prepotentemente il proprio diritto al passaggio. Gli animi, a questo punto, si sono scaldati e, nonostante la presenza di più persone, fra cui la moglie dell’imprenditore turistico, il presunto aggressore, secondo le prime indiscrezioni, avrebbe violentemente colpito alla testa il 64enne originario di Polistena (Rc), forse con una spranga di ferro o con il palo di un ombrellone. Immediato l’arrivo dell’ambulanza del 118 il cui personale ha trovato l’imprenditore a terra in gravissime condizioni. L’uomo è stato portato in elisoccorso da Lamezia agli ospedali Riuniti di Reggio Calabria dove sarebbe giunta in stato di coma. Il 38enne di Spilinga, anch’egli ferito seppur non gravemente, è stato, invece, condotto al presidio ospedaliero di Tropea per accertamenti, i carabinieri agli ordini dal Capitano Francesco Di Pinto e quelli della stazione di Spilinga guidati dal maresciallo Antonio Di Carlo avviavano le indagini relative al caso.
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