Il viceministro Paolo Sileri
2 minuti per la letturaImpennata di casi totali di contagio da coronavirus: nelle ultime 24 ore, secondo il bollettino diffuso dal ministero della Salute, sono stati 552 (ieri 402) per un totale di 249.756 casi. In calo i decessi, 3 (ieri 6) per un totale di 35.190 vittime dall’inizio della pandemia.
I decessi si sono registrati in Piemonte, Emilia Romagna e Veneto. I casi di infezione in corso sono 12.924 (+230 rispetto a ieri) e sono così suddivisi: 779 i malati ordinari (+13), 42 quelli ricoverati in terapia intensiva (0) e 12.103 quelli in isolamento domiciliare (+213). Nelle ultime 24 ore sono stati 319 (ieri 347) i guariti o i dimessi, che raggiungono la cifra complessiva di 201.642 unità.
Molise e Basilicata, le sole regioni che ieri non avevano registrato casi nuovi di contagio, nell’ultima giornata hanno segnalato rispettivamente uno e 21 casi. Dei 552 nuovi casi, 183 sono del Veneto. Stabile, infine, il numero dei tamponi: ne sono stati fatti 59.196 (ieri 58.673) per un totale di 7.158.909.
Secondo il viceministro della Salute, Paolo Sileri, nelle regioni dove attualmente l’R0 (l’indice di contagio) è salito sopra la soglia di preoccupazione di 1 «ci sono dei focolai, ma sono circoscritti. Il virus circola ma è controllato». Intervenendo a SkyTg24, Sileri ha spiegato che restano «regioni da guardare con maggiore attenzione», e in cui aspettarsi «che qualcun altro sia positivo».
Una seconda ondata è possibile, e significa che il virus «potrebbe rialzare la testa, ma non necessariamente che dovremo avere molti malati in ospedale. L’Italia è più preparata: abbiamo più posti letto, riusciamo a fare più tamponi con tempi veloci» ed è ormai «passata dopo le prime incertezze la regola della mascherina». L’unica fonte di preoccupazione sarebbe «se saltassero protocolli nelle Rsa, dove vivono i nostri anziani», ha sostenuto il viceministro.
Nella ripresa della circolazione del Covid c’e’ poi un’ulteriore «variabile: il freddo», ha spiegato ancora il viceministro, che di formazione è anche un medico.
«È probabile che con l’abbassamento delle temperature il virus alzerà la testa». In questo caso bisognerà nei prossimi giorni osservare quello che avviene nelle zone del nord Europa dove le temperature iniziano a calare con la fine dell’estate: «Guardiamo la Germania del nord: quando la temperatura sarà 15 gradi più bassa della nostra media potremo dare uno sguardo a quello che avviene e avere una previsione di cosa potrà accadere a settembre o ottobre in Italia».
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