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Il pubblico ministero, Antonio Bruno Tridico sta indagando su cento persone, in merito al presunto scandalo degli esami falsi all’Università della Calabria. La maggioranza di questi sono studenti, alcuni neolaureati della Facoltà di Lettere e Filosofia, mentre sarebbero tre i dipendenti dell’amministrazione universitaria coinvolti. Al vaglio del pubblico ministero ci sono in tutto mille statini, sulle quali sarebbero state apposte delle false firme attestanti il regolare svolgimento degli esami. Proseguono a pieno ritmo gli interrogatori degli studenti “avvisati”, la maggior parte dei quali, si è proclamata innocente. Alcuni, cui sono stati contestati fino a dieci esami fasulli, hanno parzialmente ammesso le loro responsabilità, chiamando in causa alcuni addetti alla segreteria. Sentiti, in qualità di persone informati dei fatti, anche alcuni dipendenti dell’Unical.
Tra le materie abbiamo quelle di Storia del pensiero scientifico, Bioetica, Filosofia della scienza, Istituzioni di filosofia del diritto, Storia della filosofia e Semiotica degli audiovisivi.
Gli studenti sott’inchiesta, sempre secondo il pubblico ministero Tridico, figurano, insieme ad alcuni componenti del personale di segreteria, come «istigatori e beneficiari delle illecite falsificazione».
Tra le fonti di prova prodotte da Tridico ci sono soprattutto gli statini cartacei relativi agli esami sostenuti dagli studenti e le dichiarazioni dei professori, e in particolare quelle di Roberto Bondì, titolare della cattedra di Storia del pensiero scientifico. Non riconobbe come propria la firma apposta su uno statino, relativo al superamento (da parte di una studentessa e con la votazione di 27/30) dell’esame datato 17 luglio 2007, dando inizio alle indagini.
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