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E’ stato rinviato a lunedì 24 ottobre 2011, lo sciopero dei dipendenti dell’Enertech srl, dell’impianto di smaltimento dei rifiuti solidi urbani sito in località Alli a Catanzaro. «Lo sciopero – fanno sapere dal sindacato Filca Cisl – è stato posticipato a seguito dell’intervento della Commissione di Garanzia per l’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici che ha fatto rilevare al sindacato un vizio procedurale per non aver espletato formalmente le procedure di raffreddamento e di conciliazione prima della proclamazione dello stesso».
«La segreteria della Filca-Cisl – prosegue la nota – pur avendo sollecitato abbondantemente per tempo l’Azienda, il Prefetto, il Commissario per l’emergenza ambientale e il sindaco di Catanzaro, del mancato pagamento della retribuzione del mese d’agosto dei lavoratori dell’impianto di Alli e del verificarsi dei ripetuti ritardi a ogni scadenza mensile della corresponsione della retribuzione stessa, ha ritenuto opportuno, per non incorrere in sanzioni e quindi aggiungere al danno anche la beffa, di differire la protesta a lunedì 24 ottobre, provvedendo immediatamente a chiedere al Prefetto di Catanzaro la convocazione dell’incontro di rito con l’Enertech srl per il tentativo ufficiale tra le parti di un componimento bonario della vertenza. La Filca Cisl, dopo aver atteso invano in quanto la convocazione dell’incontro si è prodigata immediatamente a proclamare, nei termini previsti dal codice di regolamentazione, lo sciopero dei lavoratori dell’impianto di Alli».
Intanto ieri mattina, negli uffici della Procura di Catanzaro, il sindaco Michele Traversa ha avuto un incontro con il sostituto procuratore della Repubblica, Carlo Villani, il pm che ha condotto le indagini nell’ambito dell’inchiesta “Pecunia non olet” su un presunto giro di evasione fiscale nella gestione del ciclo dei rifiuti. L’incontro è servito per discutere della situazione sempre più critica della discarica di Alli e per capire come far rientrare le difficoltà che, ormai da metà agosto, si registrano nello smaltimento dei rifiuti a Catanzaro e nella provincia.
L’inchiesta “Pecunia non olet” della Procura di Catanzaro e della Guardia di Finanza, ha coinvolto i vertici della Enertech, la società che gestisce l’impianto di Alli, insieme al commissario delegato per l’emergenza ambientale, Graziano Melandri, e all’assessore regionale all’Ambiente, Franco Pugliano. Nel corso dell’incontro, Villani avrebbe rassicurato il primo cittadino di Catanzaro sulla normalizzazione, entro pochi giorni, della situazione relativa al pagamento degli stipendi dei dipendenti, delle utenze e delle altre spese necessarie per la regolare attività del sito.
Lo sciopero dei lavoratori sarà attuato dunque, per rivendicare la mancata erogazione della retribuzione di agosto e settembre e per sollecitare il pagamento puntuale dei prossimi mesi. Oltre alle due mensilità arretrate, alcuni lavoratori hanno sottolineato come, da febbraio, non ricevano i buoni pasto e siano in attesa, da marzo, delle 700 euro del premio di produzione. Denaro che non è ancora entrato nelle loro tasche e che i dipendenti dovrebbero ricevere dalla Enertech, che – dopo l’uscita di scena della passata amministrazione – continua a gestire la discarica in virtù del vecchio contratto e che, a sua volta, dovrebbe essere pagata per il servizio svolto dall’Ufficio del commissario, unico cliente della ditta. È proprio qui che il meccanismo si complica, come illustrato, pochi giorni fa, nel corso di una conferenza stampa, proprio dal commissario Melandri, il quale si è detto pronto alle dimissioni («l’unica via d’uscita possibile») qualora non si fosse trovata una soluzione per uscire dalla crisi nella gestione della discarica catanzarese. Infatti, Melandri – indagato nell’inchiesta per aver firmato alcuni ordini di pagamento in favore di Enertech – rischia di incappare nella “reiterazione di reato” se riprende a pagare, avendo l’Autorità giudiziaria ritenuto illecita quella condotta; ma se continua a non farlo – e già all’Ufficio è arrivata una diffida da Enertech a provvedere al saldo delle spettanze maturate da marzo sino a oggi (2 milioni e 750mila euro) – la società stessa, a sua volta, non potrà pagare le maestranze e i fornitori e l’impianto non potrà proseguire nella sua attività.

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