L’ex Hotel Old West di Ferrandina Scalo
2 minuti per la letturaPOTENZA – E’ in fuga da domenica sera uno dei cento richiedenti asilo arrivati meno di 24 ore prima nell’ex hotel “Old West” di Ferrandina Scalo. Un tunisino che a chi è riuscito a contattarlo ha detto di voler raggiungere in Francia la moglie, incinta. Mentre almeno altri due suoi connazionali, che avrebbero cercato di allontanarsi a loro volta, sono stati già rintracciati e riportati all’interno della struttura. Dove da ieri, oltre a un presidio delle forze dell’ordine, è in funzione anche un drone di sorveglianza della cooperativa che gestisce il centro di accoglienza, la potentina Filep.
La notizia della violazione della quarantena imposta ai migranti trasferiti da Porto Empedocle (LEGGI LA NOTIZIA), perlopiù tunisini, è iniziata a circolare ieri sera assieme a quella del rinvio, a domani, dei tamponi per la diagnosi del covid 19 disposti dall’Azienda sanitaria di Matera e inizialmente previsti per ieri.
Secondo i responsabili dell’ufficio Igiene della città dei Sassi, infatti, non sarebbe ancora trascorso un tempo sufficiente, perché l’esame abbia un effettivo valore epidemiologico. Quantomeno rispetto alla precedente batteria di tamponi a cui i migranti sarebbero stati sottoposti nel centro dell’agrigentino, risultando tutti negativi (come pure in precedenza, in seguito ai test rapidi effettuati sulla banchina di Lampedusa).
Oggi, quindi, dovrebbero essere effettuati i prelievi a Gorgoglione e Castronuovo Sant’Andrea su quanti sono entrati in contatto con la badante moldava risultata positiva al covid sabato sera (LEGGI LA NOTIZIA). Tanto più dopo l’allarme scatenato dalla scoperta che la donna aveva prestato servizio per 19 giorni nella valle del Sauro prima di trasferirsi ai piedi del Pollino. Lì dove i familiari della donna che avrebbe dovuto accudire hanno ritenuto opportuno che restasse in isolamento in una casetta messale a disposizione attesa dell’esito di un tampone “scacciapensieri”. Una precauzione, probabilmente dettata da quanto accaduto agli inizi di luglio a Moliterno, dove sono state scoperte altre due badanti moldave positive e l’anziana che una di loro assistiva è morta a causa del covid.
Al momento sottoposte a isolamento preventivo ci sarebbero una ventina di persone, quasi tutte di Gorgoglione, inclusa un’altra badante che la contagiata aveva sostituito per quei fatidici 19 giorni prima di essere indirizzata da una non meglio precisata agenzia di Potenza a Castronuovo.
Ma è chiaro che se dovesse riscontrarsi il contagio di una di queste venti persone le indagini epidemiologiche rischiano di allargarsi in maniera considerevole. Mentre un’indagine in senso tradizionale sull’accaduto sarebbe stata aperta anche dai carabinieri, che ipotizzano violazioni alle normative sugli arrivi da zone a rischio. Dal 10 luglio, infatti, la Moldavia è stata inserita nella lista di Paesi dai quali è fatto «divieto di ingresso e transito in Italia». Eppure restano attivi diversi “tour operator” che permetterebbero di aggirare il blocco arrivando lo stesso.
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