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di DOMENICO TALIA
Steve Jobs era un grande innovatore, un creativo perfezionista e visionario al tempo stesso. Se n’è andato a 56 anni dopo un lunga e terribile malattia contro la quale ha lottato duramente mentre guidava lo sviluppo di prodotti come l’iPhone, l’iPad e il MacBook Air che hanno semplificato la vita ai milioni di utenti che li usano e che rimarranno nella storia dell’informatica per la loro grande qualità, facilità di uso, senza rivali e per l’eleganza che ormai viene copiata da molte case costruttrici di prodotti elettronici. Uno degli slogan della sua Apple è stato “Pensare differente” e questo slogan corrisponde perfettamente al suo essere e al suo modo di fare. Un ragazzo dato in adozione dai suoi genitori naturali alla nascita (altrimenti oggi il suo cognome sarebbe stato Jandali essendo suo padre un arabo di origine siriana) e adottato dai signori Jobs che lo hanno fatto studiare sperando di vederlo presto laureato. All’università lui ci è rimasto pochissimo lasciandola dopo un solo semestre per mettersi a sviluppare programmi software e subito dopo per fondare la Apple Computer con il suo socio Steve Wozniak. Steve Jobs ha sempre pensato in maniera differente dagli altri e ha portato questo suo modello nelle aziende che ha guidato unendo l’innovazione tecnologica con l’eleganza e la qualità del lavoro e dei prodotti che ha progettato e sviluppato. Jobs ha saputo sfruttare tutte le esperienze che ha fatto nella vita per progettare al meglio i suoi prodotti e per renderli sempre differenti e migliori di quelli degli altri. Un semplice esempio del suo modus operandi fu l’esperienza che fece quando decise di seguire un corso di calligrafia nel suo college per imparare a scrivere bene. In quel corso non solo imparò a scrivere in maniera elegante, ma quando molti anni dopo progettò il primo Apple Macintosh, usò le conoscenze che lì aveva appreso per dotare quel computer di capacità tipografiche avanzate e mai avute prima da un calcolatore. Se lui non avesse abbandonato i corsi ufficiali e non avesse partecipato a quel corso, quel Mac molto probabilmente non avrebbe mai avuto caratteristiche grafiche così sofisticate da essere stato poi copiato da Microsoft e da altri produttori. Come il suo amico-rivale Bill Gates, Jobs non sposò mai la soluzione del mondo aperto nella diffusione delle soluzioni tecnologiche. I suoi prodotti software non sono mai stati rilasciati come “open source”, ma, al contrario dei prodotti Microsoft, quelli che ha realizzato Steve Jobs con la sua Apple sono stati sempre molto affidabili, originali e qualitativamente eccellenti. Mr. Jobs fece anche l’esperienza di essere licenziato dalla stessa azienda che lui aveva fondato e di essere riassunto nuovamente quando la Apple comprò la società NeXT che lui nel frattempo aveva creato. Per confermare la sua natura di grande innovatore, Jobs fu anche il fondatore di Pixar, l’azienda che creò il primo film animato al computer della storia, il famosissimo “Toy Story”. Dopo il suo ritorno alla Apple riuscì a rilanciarla e a produrre alcuni tra i manufatti più innovativi e più eleganti dell’era moderna come l’iPod, l’iPhone e l’iPad. Questi “oggetti intelligenti” sono stati quelli che hanno fatto uscire la Apple dalla nicchia in cui era stata per tanto tempo, fino a farla diventare una delle più grandi aziende al mondo. Oltre ad essere stato un grande guru dell’informatica, Jobs fu sempre convinto che il design doveva essere un elemento centrale degli oggetti che lui produceva. Per questo, insieme a sistemi hardware e software innovativi e affidabili, lui ha sempre realizzato computer di grande fascino ed eleganza. Questo per lui era un modo di avvicinarsi alla perfezione, di tendere all’ideale. Anche per questo non era facile lavorare vicino a lui, ma allo stesso tempo era certamente una esperienza esaltante e irripetibile. Steve Jobs sarà ricordato come un grande uomo dei recenti decenni a cavallo di due millenni il quale ha saputo meglio di molti altri interpretare i tempi in cui ha vissuto. Un uomo che ha avuto la capacità di condensare nel suo lavoro bellezza e qualità ai livelli più alti. Non era uno scienziato, non si può paragonarlo a Newton, a Turing o a Fermi, non veniva dal mondo della ricerca e non ha lasciato nessun teorema fondamentale per la scienza. Tuttavia, ha dimostrato come si possono usare al meglio i risultati della scienza per produrre innovazione di prima qualità, per offrire alle persone strumenti molto belli e di grande utilità. Einstein ebbe a dire che “L’immaginazione è più importante della conoscenza”, questa frase che contiene tanta parte di verità, trova sicuramente nella vita di Steve Jobs un esempio assoluto. La Silicon Valley in cui lui è cresciuto negli ultimi decenni del Novecento è stato sicuramente l’ambiente ideale in cui le sue idee si sono potute sviluppare e realizzare. L’intelligenza e la creatività da ex-hippie hanno fatto il resto insieme alla sua determinazione. Queste sue caratteristiche umane sono condensate nel motto che lui ha pronunciato come augurio da instancabile innamorato del cambiamento agli studenti della Stanford University: «Siate affamati. Siate folli». Questo messaggio vale anche di più oggi per i ragazzi che vivono una epoca di grande crisi dalla quale potremo uscire sforzandoci di essere determinati e visionari come lo è stato Steve Jobs.

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