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Una lettera aperta dei sindacati Cgil, Cisl e Uil al ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, ospite questa mattina, alle 10, in città al Polo dei Giovani di Avellino, su invito di Francesco Todisco, consigliere delegato alle aree interne della Regione Campania. “In occasione della Sua visita ad Avellino – scrivono Luigi Simeone, segretario provinciale della Uil, Doriana Buonavita, segreteria provinciale della Cisl e Franco Fiordellisi, segretario provinciale della Cgil – avremmo gradito, avendolo già richiesto ed auspicato, che ci fosse stato un passaggio con le organizzazioni sindacali territoriali per riprendere, nel merito, il percorso avviato con il Presidente Conte, per la definizione del contratto di Sviluppo Istituzionale per l’Irpinia che contrariamente a quanto convenuto, è restata lettera morta o al massimo elemento di propaganda che in questi mesi sta segnando livelli altissimi, che tuttavia potrebbero non essere ancora alla loro massima espressione”.
Il riferimento è alle proposte avanzate per rilanciare il territorio e alla crisi che vive l’Irpinia “In ultimo il 26 maggio Le abbiamo invitato una nota ed un documento sulle criticità e soprattutto su quelle che noi riteniamo possano essere le linee di sviluppo, per un territorio finito ai margini se non fuori dall’agenda politica nazionale e regionale. Contrariamente a quello che leggiamo “in occasione delle feste” dobbiamo ulteriormente segnalarLe che tutte le iniziative, anche se meritorie, su questo territorio hanno avuto evoluzioni indecenti e risultati nefasti, non avendo i protagonisti e responsabili delle iniziative nessuna idea che impatti realmente con l’interesse collettivo se non filtrate da una insostenibile dose di arroganza e egocentrismo che hanno impedito ogni sviluppo delle occasioni poste per il territorio.
Qui l’elenco sarebbe lungo ed imbarazzante, e Le potremo facilmente trasferire i fallimenti industriali, dei servizi e soprattutto dell’amministrazione del territorio, che ovviamente Le saranno celati nel corso dei festeggiamenti di quella che poteva essere una strada condivisa per lo sviluppo delle Aree Interne se non fosse stata ancora una volta trasformata in elemento di propaganda e di distinguo finito nelle maglie della campagna elettorale già da tempo”.
Nella lettera si ribadisce come “l’Irpinia è ferma e pertanto arretra inesorabilmente, e l’azione di governo rischia di non impattare sul lavoro e sull’economia se tutto si dovesse svolgere nelle stanza buie della propaganda che non paga e non pagherà. La crisi industriale con il nanismo locale, la involuzione dei servizi nella indifferenza istituzionale locale e regionale che sta segnando solo fallimenti e crisi di aziende, sono la logica rappresentazione della desertificazione demografica, che sembrerebbe non avere generosità se non si conoscessero gli artefici della politica che sembrano non essere toccati dalla morsa mortale che stringe, da tempo, il territorio. Abbiamo già avviato manifestazioni per la crisi industriale, ne seguirà una per il comparto delle Costruzioni, poi per la scuola, per culminare in una manifestazione per lo sviluppo dell’Irpinia, in linea con le iniziative già programmate a livello nazionale”.
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