Uno degli innumerevoli sbarchi di migranti in occasione dei quali è intervenuto il medico Orlando Amodeo
4 minuti per la letturaCROTONE – Con una decisione choc, il direttore del comitato di Crotone della Croce rossa, Mario Olivari, ha sospeso Orlando Amodeo, il “medico della carrette del mare”, dall’incarico di direttore sanitario del Centro d’accoglienza per «presunta divulgazione di notizie riservate» e «in attesa di chiarire le modalità e responsabilità per quanto accaduto nei giorni 18 e 19 luglio 2020».
Il dottor Amodeo, che aveva accettato di fare in maniera volontaria e gratuita il medico responsabile del campo – lo conosce benissimo per la sua esperienza ultratrentennale in materia di sbarchi essendo stato per lungo tempo il dirigente medico della Questura di Crotone e poi di quella di Reggio, altro crocevia dell’immigrazione, prima di andare in pensione – è rimasto senza parole dopo aver aperto la cassetta della posta da cui è spuntata una raccomandata di due righe con cui, peraltro, gli si intima «con effetto immediato» che non può più fare ingresso al Cara.
Senza parole, è rimasto il dottor Amodeo, lui che ha soccorso fiumi di umanità dolente, ha curato corpi squarciati da colpi d’arma da fuoco, ha assistito donne infibulate, vittime della tratta, e ha salvato centinaia di bambini sfibrati da traversate da brivido su legni malandati e ferri arrugginiti in balìa delle onde, regalando un po’ di dignità, quella che avevano loro tolto trafficanti senza scrupoli. Inutile chiedere spiegazioni a Mario Siniscalco, direttore del Cara, che al Quotidiano prima ha detto che si stava valutando un’eventuale rimozione di Amodeo, poi l’ha confermata e poi ha detto che non era autorizzato a riferire alla stampa le motivazioni della decisione.
Inutile parlare con Olivari, trinceratosi anche lui dietro un muro di riserbo, trattandosi di «scelte aziendali» (sic!); eppure l’incarico di medico responsabile rientra nel capitolato d’appalto con la Prefettura di Crotone nell’ambito della gestione di una delle strutture per migranti più grandi d’Europa. Olivari ci ha rinviato ai «vertici nazionali» della Cri se volevamo sapere per quale motivo fosse stato rimosso Amodeo né ha inteso rispondere alla domanda se fosse stato nominato un nuovo direttore sanitario. E’ bastato consultare fonti della Prefettura di Crotone che ci hanno, col consueto garbo, confermato sia la rimozione di Amodeo da parte dell’ente gestore sia la nomina, in sua vece, di Carmela Rocciolo, medico già in servizio al campo. Ma alla Prefettura non compete scegliere il medico responsabile, a loro basta che il servizio sia reso; anche se finora – la conferma viene sempre dalla Prefettura – l’operato di Amodeo è stato ineccepibile, anche con riferimento alla pedissequa osservanza delle disposizioni anti-Covid.
Ma cos’era accaduto di così grave tra il 18 e il 19 luglio? Il riferimento è ovviamente all’odissea del giovane pakistano immuno-depresso, quello che, a causa della psicosi collettiva che impazzava ad Amantea, dove erano scesi in piazza contro i 26 migranti sbarcati a Roccella Jonica, era stato trasferito per errore al Centro d’accoglienza S. Anna. «Uno è scappato», aveva detto qualcuno mentre gli undici risultati negativi al Coronavirus venivano fatti salire su un autobus che li avrebbe portati a S. Anna (i 13 positivi sono stati poi destinati all’ospedale del Celio a Roma), e lui, che ad Amantea viveva da quattro anni, arrangiandosi con lavoretti saltuari, è finito chissà come sul torpedone destinato al Centro d’accoglienza. La Prefettura di Crotone anche ieri, sempre col consueto garbo, ci ha confermato che si stava valutando la sua posizione in attesa dei pareri medici al fine di appurare se, dopo che lo straniero è risultato negativo al primo tampone, sia comunque necessario un periodo di quarantena nel campo, potrà tornare in comunità ad Amantea. Quarantena che è già iniziata in una zona isolata che era stata predisposta ad hoc dal sospetto “divulgatore”.
Il problema è che alla Croce rossa non hanno gradito l’enfasi mediatica suscitata dalla videodenuncia del giovane di cui è stata messa a rischio la vita. Se contraesse il Covid, lui, che ha l’Hiv e l’epatite C, sarebbe davvero in pericolo. La videodenuncia è stta poi ripresa da varie testate, fra cui il Quotidiano. Sullo sfondo un aspetto inquietante, che è la vita da recluso, in quarantena, imposta a lui che non c’entrava nulla con lo sbarco di Roccella ma che si configura come un atto dovuto dopo che l’immuno-depresso è stato a contatto con i migranti dello sbarco, quelli i cui compagni di viaggio sono risultati positivi.
Ad horas l’hanno fatta pagare ad Amodeo, sbattuto fuori dal campo a cui ha dato anima e corpo. Uno che, quando era in polizia, si fiondava sul luogo dell’emergenza pure quando non era in servizio, pure quando era in vacanza, per dare una mano in più ai disperati e regalare loro un sorriso. Se si consideri che ci sono voluti mesi di ispezioni, accertamenti e audizioni su presunte gravi irregolarità contabili – un disavanzo sanato dai nuovi organi – durante la gestione del presidente del Comitato di Crotone, Francesco Parisi, nei cui confronti nessun provvedimento è stato adottato essendosi dimesso lui dall’incarico (tuttora la Croce rossa crotonese è retta da un commissario, Francesco Pascuzzo), evidentemente riveste maggiore gravità la «presunta divulgazione», di cui comunque vanno chiarite «modalità e responsabilità», di quella incredibile storia, peraltro denunciata dal diretto interessato, e che è meglio sia finita sotto i riflettori proprio per la tutela della sua salute.
Mentre ancora non si capisce, per il consueto rimpallo di responsabilità tra gli enti competenti, chi è che ne ha messo a repentaglio la vita caricandolo “a prescindere” sul bus, anche se lui faceva presente di essere munito di regolare permesso di soggiorno.
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