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di GIOVANNI PALERMO
Sulla tragedia americana dell’11 settembre 2001 sono stati spesi fiumi di inchiostro con le più disparate ed assurde teorie/accuse/soggezioni; come è giusto in democrazia ognuno è libero di esprimere il suo pensiero anche se poi alla fine un limite, per quanto labile, deve sempre esserci; in tale ottica non si possono accettare le elucubrazioni di un anziano signore, dagli oscuri trascorsi, che ha sempre ferocemente criticato il benessere e l’Occidente salvo poi approfittarne a piene mani grazie al sistema democratico da lui combattuto; un sistema che gli consente di obbligare incolpevoli studenti a seguirlo nelle sue visioni stellari. In questi giorni lo stesso signorotto sinistrorso ha voluto deliziarci con la sua visione paradisiaca dell’attacco alle torri gemelle equiparando quei terroristi ad eroi. Certo il suo galleggiare intellettuale lo si poteva comprendere fin dagli anni settanta allorquando insieme ad un altro gruppo di personaggi, che oggi come lui hanno un posto al sole, sognava la rivoluzione attraverso l’uccisione di qualche poliziotto, qualche magistrato e tanta altra povera gente; l’approssimazione intellettuale di questi soggetti emerge chiaramente dalla lettura del loro manifesto edito sotto il nome di “Volsci”: un coacervo di concetti senza nessuna connessione logica, difficilmente applicabile nella gestione di uno stato sociale, un delirio dettato probabilmente da un’ossessiva sindrome di onnipotenza repressa , un’accozzaglia di affermazioni su cui non vale la pena soffermarsi nemmeno per un micro secondo; oramai soggetti del genere ripetono senza soluzione di continuità ragionamenti lisi e fuori dal tempo. Certo l’argomento WTC non può sicuramente essere affrontato con l’ironia saccentemente utilizzata da Piperno che coìi dimostra, qualora fosse necessario, il suo limite intellettuale poiché ritiene che le eventuali ingerenze americane in zone instabili giustificano atti terroristici terrificanti facendoli paragonare ad eroi. Anche il parallelo con il nazismo, ma non con il comunismo, fa rabbrividire anche il più antiamericanista poiché solo una persona in malafede può negare il valore avuto dall’America nella Seconda guerra mondiale. Chi non ha avuto modo di visitare gli Stati Uniti dopo l’11 settembre 2001 difficilmente riuscirà a comprendere che cosa tale evento ha significato per il popolo americano; una ferita che ha causato un profondo trauma da cui difficilmente si riprenderanno, per certi versi un evento più grave di Pearl Arbor, anche perché subito in un periodo in cui l’interventismo in politica estera era ridotta al minimo A distanza di anni il popolo americano non riesce a metabolizzare un atto gravissimo portato al cuore della più grande potenza mondiale; tutti gli uffici pubblici all’ingresso hanno una bacheca della memoria che ricorda le vittime cadute durante l’attentato. Soprattutto negli uffici di polizia ed in quello dei vigili del fuoco la memoria è sacra; nessun accenno, seppur minimo, di critica dell’operato di questi eroi è tollerato. Tutti uniti e compatti a difesa della loro memoria nemmeno una piccola voce fuori dal coro, un senso di appartenenza che accomuna una società invero composta da innumerevoli etnie che si trovano d’accordo nella difesa della loro patria. Gli Stati Uniti meritano profondo rispetto per il gesto vile e senza giustificazioni portate da un gruppo di terroristi senza scrupoli, mentre personaggi che vogliono solo utilizzare ogni scusa per gettare fango debbono essere stigmatizzati se non addirittura censurati alla stregua dei negazionisti.
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