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METAPONTO – Cassa integrazione ordinaria fino al 30 settembre e autogestione. Sono queste le parole d’ordine, in perfetta contrapposizione, che sintetizzano la realtà del Centro ricerche “Metapontum Agrobios”, dove da ieri i 53 dipendenti, quasi tutti altamente qualificati, hanno annunciato di proseguire comunque nel loro lavoro in maniera completamente autonoma. La decisione è scaturita dall’assemblea permanente, che ha portato all’occupazione della sede, in attesa che la dirigenza e la Regione Basilicata (il socio unico) trovino nuove opportunità gestionali e di lavoro. I lavoratori, che hanno respinto il ricorso alla Cassa integrazione giudicandola «illegittima», aspettano le indicazioni che potrebbero venire dall’incontro che il presidente della giunta regionale, Vito De Filippo, avrà con i dirigenti regionali in data non ancora definita. I ricercatori hanno anche promosso una petizione on line sul sito Agrobios.it/petizione, con la quale si chiede a De Filippo di «trovare una soluzione che consenta il proseguimento delle attività del Centro di Ricerche e definisca strategie per il suo sviluppo», si legge nel testo. «Il presidio è ritenuto di fondamentale importanza, non solo per ribadire la non accettazione della Cassa integrazione –fanno sapere i lavoratori- ma soprattutto per consentire, in autogestione, il mantenimento delle attività di ricerca la cui interruzione determinerebbe la perdita di tutto quello che è stato costruito. Noi continuiamo a lavorare». Agrobios è un Centro ricerche che da 25 anni lavora nel campo delle biotecnologie vegetali e agronomia, sviluppando importanti competenze, negli ultimi dieci anni, sulla chimica dell’ambiente e sulla diagnostica molecolare in medicina. Secondo lavoratori e sindacati, la Regione, proprietaria del Centro, rischia di disperdere tutto il patrimonio di know-how acquisito, così come tutti i prodotti della ricerca, tra cui: materiale genetico vegetale, banche dati geochimiche degli inquinanti in Basilicata, piattaforme tecnologiche. «La crisi economica che sta investendo tutta l’Europa rende necessaria la focalizzazione degli investimenti in settori strategici per lo sviluppo. –argomentano i sindacati a corredo della petizione- La ricerca e l’innovazione è ritenuta dai Paesi più competitivi uno strumento necessario per lo sviluppo economico. Disinvestire in questo settore, impedisce la costruzione di un futuro». E’ questo il punto di vista anche di Angelo Cotugno, ex segretario provinciale della Cgil, nonché consigliere comunale a Matera, sentito dal Quotidiano: «Cosa vuole fare la Regione di questo centro? Lo chiedo perché è da qui che si deve partire. Se si vuole dismettere Agrobios, allora la Cassa integrazione è un provvedimento fisiologico e naturale, ma se come si dice (solo a parole) il Centro si vuole rilanciare, la Cigo rappresenta un’autentica contraddizione (la definizione dell’ex sindacalista è stata molto più esplicita ndr). E’ una vergogna, un meccanismo che la dice lunga su come il Centro sia stato gestito negli ultimi anni, ovvero come una nave abbandonata a se stessa. Eppure Agrobios è l’unico Centro di ricerca nel settore agroalimentare, in una regione come la Basilicata, che vive ancora di agricoltura. Tutti i progetti predisposti finora –conclude Cotugno senza mezzi termini- sono stati solo di natura ragionieristica».
Antonio Corrado
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