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di PIETRO MANCINI
Centosessanta milioni di euro, 320 miliardoni delle vecchie lire: questa la mega-somma, che andrebbe in fumo, qualora passasse il “niet” di Mario Occhiuto, oppure lo stravolgimento, e l’ennesimo rinvio, dell’ innovativo e importante progetto della metropolitana leggera Cosenza-Rende. Ci sono giunte e sindaci i quali, doverosamente, si occupano di tenere pulite le strade, i parchi e le piazze delle città e di assicurare ai cittadini i servizi pubblici. E ci sono altri primi cittadini, che hanno svolto e interpretano il mandato, ricevuto dagli elettori, con i quali dialogano senza filtri, in maniera più ambiziosa, con razionalità non disgiunta da una sincera passione. Costoro coinvolgono le migliori intelligenze, lanciano idee stimolanti e progetti futuribili, permeati talvolta da una dose di lucida follia. E riescono a far sognare gli uomini, le donne, i ragazzi della comunità, che trarranno benefici e vantaggi, in futuro, dall’esecuzione delle opere approvate. A questa seconda categoria di sindaci-sognatori apparteneva Giacomo Mancini senior che, pur consapevole delle difficoltà nella realizzazione di progetti, ricchi di fascino ma molto complessi, sotto i profili amministrativo e architettonico, quali la metro leggera e il ponte di Calatrava, intendeva affidare ai giovani cosentini degli anni 2000, coetanei del suo pronipote, Pietro, 7 anni, disegni, ambiziosi, in grado di portare grande sviluppo alla sua Cosenza, a Rende di Cecchino e Sandro Principe e agli altri comuni dell’hinterland, favorendo l’integrazione tra l’Università della Calabria e il centro storico della città dei Bruzi. E, grazie al completamento del viale Mancini, ponendo fine all’emarginazione del quartiere di via Popilia. Certo, sono legittime e vanno ascoltate le obiezioni, tecniche, e le proposte di modifica dell’opera. Ma occorre, tuttavia, non archiviare l’impegno affinché il progetto non resti confinato nel librone dei sogni, come tante “cattedrali nel deserto”, incompiute, nel Sud, a causa della carenza progettuale degli amministratori, primatisti nel poco invidiabile record della dissipazione dei fondi, europei e statali. Tra il 2000 e il 2006, la Calabria ha speso solo il 9 per cento dei fondi europei per lo sviluppo regionale (Fers) e il 9,3 per cento del Fse (Fondo sociale europeo). E incombe il rischio di perdere 2,8 miliardi di euro, se tale somma non verrà impegnata entro il 31 dicembre di quest’anno. La rinuncia allo stanziamento per la metro leggera si inserirebbe in questo quadro, penoso, della politica dei vuoti annunci, del non fare, degli sprechi e della rinuncia, per modeste beghe locali ed errori nella gestione, a stanziamenti già varati. E rafforzerebbe le posizioni di quanti, come la tedesca Merkel e il francese Sarkozy, sollecitano lo “stop” delle risorse, concesse ai Paesi “spreconi”. Pertanto, si esprimano, oltre che i sindaci dei comuni interessati, i presidenti della Provincia di Cosenza e della Regione. Come valuta il “niet” di Occhiuto il governatore, Peppe Scopelliti, il quale, in campagna elettorale, presentò ai calabresi un programma di grandi opere, tra cui la metro leggera, bocciando i finanziamenti a pioggia? E la Calabria non farebbe una pessima figura, innestando una sconcertante retromarcia, proprio mentre il primo cittadino della Campania, Caldoro, porta a Napoli il via libera di Bruxelles a 5 grandi progetti, tra cui 2 per i trasporti, attivando investimenti per 1,5 miliardi. Su una questione così delicata e significativa, vanno consultati gli Ordini professionali, le Ferrovie dello Stato e quelle della Calabria, gli ingegneri e gli architetti, che hanno contribuito alla stesura del progetto. Nessuna decisione va assunta nelle chiuse stanze della “Casta”. Si potrebbe indire un referendum, a Cosenza e a Rende, per consultare i cittadini. Il sindaco Occhiuto, che è un affermato architetto, con chiarezza, spieghi, pubblicamente, la sua posizione e accetti il confronto, pacato e civile, con i sostenitori del “siì” all’opera, senza modifiche dilatorie. Potrebbe ospitarlo la Tgr calabrese, offrendo un servizio, utile, che gli utenti di mamma Rai, certo, gradirebbero di più rispetto al recente, fondamentale pezzo, con l’annuncio, accolto con vibrante emozione dai telespettatori, della nomina di Rositani (Pdl, ex Msi), Presidente dell’Accademia del peperoncino, ad “ambasciatore del Bergamotto”….

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