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di ROSITA GANGI
Dopo anni di progetti, incontri, dibattiti e scogli sui finanziamenti, al dunque, la metropolitana leggera comincia a scricchiolare ancor prima della sua realizzazione. I primi dubbi arrivano principalmente dal sindaco di Cosenza che nei giorni scorsi, aveva accennato ad alcune ipotesi diverse e forse più adatte alle esigenze dei cittadini. Quegli stessi dubbi, dopo lunghi studi e riflessioni, sono stati messi nero su bianco ed esternati al presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, in un documento che pare sia stato inviato nelle ore scorse. Il problema principale a cui far fronte è la discrasia tra le esigenze della città e le prospettive di sviluppo, per le quali, allo stato, il progetto sembrerebbe inadeguato. E anche se difficilmente ora si potrà rimettere mano a tutto il piano, Occhiuto ha voluto sottolineare alcune discrepanze sostanziali insite nell’opera. Si parte dal percorso: un binario a doppio tracciato attraversa il viale Mancini, zona periferica rispetto al centro urbano cosentino. Nel tratto rendese, invece, la linea diventa sdoppiata e a servizio dei quartieri, quasi come un circuito dei tram. Cosa che, secondo Occhiuto, non assegnerebbe all’infrastruttura né le caratteristiche di collegamento veloce tra Cosenza, Rende e l’Unical, nè le caratteristiche di una linea tramviaria per l’intera area urbana, ma quelle di un ibrido che non renderebbe un grande servizio ai cosentini in materia di collegamenti extraurbani.
Riguardo, poi, il posizionamento del tracciato su viale Mancini, questo ricostruirebbe il “muro” tra la zona centrale della città e quella di via Popilia che, con la demolizione del vecchio rilevato ferroviario, si era tentato di abbattere.
In un momento dell’attività amministrativa, tra l’altro, che molto sta puntando sulla riqualificazione e l’integrazione delle periferie e delle aree popolari cittadine.
A tutto questo, va aggiunto un dato tecnico apparentemente secondario, che però potrebbe rappresentare un problema nel futuro. Per il tracciato metropolitano ricadente nel territorio di Rende, infatti, sarebbe stato già predisposto un mitigatore dell’impatto acustico, mentre su Cosenza no. Le soluzioni? Secondo Occhiuto bisogna dare risposte a due esigenze diverse: una di velocità e una di capillare ed elevata frequenza delle corse. Due anime che in questo sistema difficilmente potrebbero convivere.
Per Occhiuto, quindi, si potrebbe dare una risposta all’esigenza della velocità sfruttando il collegamento delle Ferrovie della Calabria, già esistente, che unisce Quattromiglia ai Due Fiumi, allungandolo con un tratto che va da Quattromiglia fino all’Unical. Per la mobilità urbana capillare e ad alta frequenza, invece, Occhiuto punta su un servizio con bus a metano, che potrebbe partire già ad ottobre, su un percorso dedicato che va da viale Parco fino a Rende, torna indietro sulla 19 bis, lungo via Panebianco fino all’ospedale, con corse ogni otto minuti. Il percorso potrebbe poi unirsi al territorio rendese, con la prospettiva di una gestione comune del trasporto pubblico urbano che possa far convivere Amaco, Ferrovie della Calabria e Consorzio autolinee. Sarà il capolinea per la metropolitana leggera o solo una nuova stazione di partenza?
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