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REGGIO CALABRIA – Sarà Antonio Billari, esponente di Liberi e Uguali, a prendere il posto di Pippo Callipo in consiglio regionale (che ieri ha ufficializzato le sue dimissioni, LEGGI). Trentaseienne ingegnere di Palmi, era candidato nella lista Democratici Progressisti – nel cui schieramento totalizzò 6.280 preferenze, risultando primo per quoziente nella coalizione del migliore perdente – e a Palazzo campanella ora siederà tra gli scranni del gruppo guidato da Giuseppe Aieta. Molto vicino alle posizioni dell’ex assessore regionale Nino De Gaetano che proprio Callipo non volle candidare nelle sue liste alle scorse amministrative.
Questa è l’unica novità che riguarderà il consiglio regionale. Ieri, infatti, si è chiusa la prima fase della partita delle incandidabilità con la convalida di tutti e tre i consiglieri regionali interessati da ricorso. In particolare la giunta per le elezioni, presieduta da Giuseppe Neri, proprio ieri ha acquisito il parere dell’ufficio legale della Regione ed ha concluso per l’insussistenza di vizi legati all’incandidabilità e ineleggibilità per i consiglieri regionali Pietro Molinaro (Lega), Domenico Creazzo e Luca Morrone (Fdi).
Contro loro tre avevano presentato ricorso rispettivamente Luigi Novello che contesta a Molinaro le dimissioni tardive sia dal Cnel sia dall’Ara; Raffaele Sainato (che attualmente siede in consiglio al posto di Creazzo che si trova attualmente in custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta “Eyphemos”) che contestava le tardive dimissioni del suo collega dalla presidenza del Parco dell’Aspromonte ed infine Enrico De Caro che contestava le tardive dimissioni di Morrone da amministratore unico di una casa di cura convenzionata con la Regione.
Per l’ufficio legale non c’è nessuna incompatibilità o ineleggibilità. Così la giunta per le elezioni ha trasmesso al consiglio regionale parere sfavorevole ai ricorsi, parere che poi è stato votato in aula per la convalida degli eletti. Naturalmente la partita non finisce qui ma va avanti dinanzi ai magistrati ordinari. Ovviamente con i tempi previsti dalla giustizia ordinaria che dovrà valutare i ricorsi presentati. L’ultimo caso aveva visto contrapposti Giuseppe Graziano a Gianluca Gallo e si arrivati ad una definizione dopo due anni e mezzo.
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