L'avvocato Giancarlo Pittelli
2 minuti per la letturaCATANZARO – Resta in carcere l’avvocato catanzarese Giancarlo Pittelli, ex senatore di FI e iscritto al Goi, indagato chiave nell’ambito della maxi inchiesta della Dda “Rinascita Scott”, con cui sono state disarticolate le cosche del Vibonese ed è stata fatta luce sulla zona grigia tra massoneria e ‘ndrangheta.
Lo ha deciso la Corte di Cassazione che, comunque, ha riqualificato l’accusa di associazione mafiosa in concorso esterno e ha annullato, sotto il profilo cautelare, i capi d’imputazione relativi alla cosiddetta vicenda “Naselli Delfino”, ovvero ipotesi di abuso d’ufficio e rivelazione di segreti in concorso con un altro eccellente, il tenente colonnello Giorgio Naselli, comandante provinciale dei carabinieri di Teramo e già in forza al Reparto operativo di Catanzaro.
Naselli, secondo l’accusa, avrebbe girato, tra l’altro, a Pittelli notizie riservate su una “pratica” relativa alla Mc Metalli, pendente presso la Prefettura di Teramo, su istigazione dell’imprenditore Rocco Delfino, dominus dell’azienda, l’amministratore effettivo Giuseppe Calabretta e il fratello Giulio, avvocato.
L’udienza davanti alla Suprema Corte si è tenuta ieri. Nella discussione è stato impegnato il collegio difensivo composto dagli avvocati Salvatore Staiano, Giovanni Aricò, Guido Contestabile, Enzo Galeota. La Procura regionale aveva chiesto il rigetto del ricorso.
Altre istanze di scarcerazione erano state respinte dal gip distrettuale e dal Tribunale del riesame. In particolare, in sede d’Appello, il Riesame aveva respinto le richieste difensive poiché «le relazioni a tutti i livelli (esponenti delle forze dell’ordine, Servizi segreti, cancellerie di vari Tribunali, alte personalità) costruite e mantenute da Pittelli nel corso di tantissimi anni non sono certo venute meno e a tali relazioni l’indagato potrebbe agevolmente appigliarsi».
Inoltre, «lo spazio d’azione dell’indagato non si circoscrive in Calabria ma involve uno spazio più ampio avendo dimostrato di possedere un fitto nucleo di importanti conoscenze in tutt’Italia».
I riferimenti erano anche alle vicende Delfino e Naselli. Resta in carcere, dunque, Pittelli, il cui arresto fu uno di quelli che fece più scalpore, nel dicembre scorso, tra i 334 scattati nell’ambito dell’inchiesta “Rinascita Scott” della Dda di Catanzaro, ormai conclusa a carico di ben 475 persone, tanto più che gli si imputa di essere stato “cerniera tra due mondi”, quelli della ‘ndrangheta e della massoneria.
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