La pulizia della spiaggia con i buoi
2 minuti per la letturaMANDATORICCIO (COSENZA) – Nonostante l’arrivo dei primi bagnanti, nessuno ha provveduto a ripulire la spiaggia di Mandatoriccio, centro di 2.772 abitanti situato sulla fascia ionica cosentina. Così i titolari dello stabilimento balneare “Tuareg” hanno provveduto in proprio, impiegando due buoi che hanno trascinato un attrezzo lungo l’arenile. Un gesto di protesta volutamente provocatorio per evidenziare i disagi che si vivono nel centro turistico.
«In qualità di proprietari di uno stabilimento balneare – affermano i titolari – nonché di un’azienda specializzata nella produzione di attrezzature per la pulizia e l’accessibilità delle spiagge, dopo innumerevoli tentativi di colloquiare con le amministrazioni locali e regionali, abbiamo deciso di realizzare una videodenuncia verso le amministrazioni locali e regionali. Ufficialmente per delle motivazioni di carattere ambientale, per quasi tutto il litorale del comune di Mandatoriccio, è vietato pulire e curare la spiaggia in modo adeguato».
«In tutti i modi – fanno rilevare i titolari dello stabilimento – abbiamo cercato di ragionare con gli enti preposti per addivenire ad una possibile legale soluzione del problema, senza ottenere alcun risultato. A dire il vero, ad oggi, nonostante i turisti iniziano ad affollare le spiagge, nessuno ha dato una risposta concreta ai nostri ripetuti appelli. Eppure, nel tentativo di risolvere la questione, abbiamo fornito le indicazioni di come si sono mosse alcune amministrazioni del Cilento e del Salento. Non ultimo, abbiamo portato alla loro attenzione – prosegue la nota – l’ordinanza emanata dal vicino comune di Praia a Mare che in qualche modo, nel rispetto delle norme è riuscito a dare risposta alle richieste del territorio. Visto che a Mandatoriccio ciò non sembra attuabile, facendo un salto indietro di almeno 100 anni, abbiamo provato a pulire la spiaggia con i buoi, ottenendo pessimi risultati. Ovviamente – si fa rilevare nella nota – il nostro è stato un gesto estremo e provocatorio, fatto nel tentativo di difendere il lavoro, necessario per il sostentamento di alcune famiglie e per non vederci impedita la possibilità di offrire servizi turistici di qualità reali e non solamente annunciati».
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