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POTENZA – Santochirico e Folino da un lato, De Filippo e Viti dall’altro. Due posizioni diverse nel Pd regionale sul futuro della Valbasento in relazione alla centrale di stoccaggio del gas della società russa Geogastock. Un confronto tra i tanti che sulla questione. L’ultimo è avvenuto durante la riunione del gruppo consiliare del Pd. La stessa riunione in cui furono espresse posizioni diverse in merito ai provvedimenti sulla Sanità presenti nell’Assestamento di bilancio che sarà al vaglio del consiglio regionale i prossimi 26, 27 e 28 luglio.
Ma se sulla materia della Sanità ci sono state distinzioni accese tra vari consiglieri (per buona pace del capogruppo Vincenzo Viti sempre pronto a svolgere con puntiglio il ruolo di “pompiere” alle notizie di cronaca) ancora più evidenti sono state le puntualizzazioni sullo stoccaggio di gas nella Valbasento nel territorio che interessa i comuni di Salandra, Ferrandina e Pisticci. La riunione si è aperta proprio dalla relazione sulla Geogastock resa ai consiglieri dal presidente della Regione, Vito De Filippo che per l’occasione è stato accompagnato dal capo Ufficio di Gabinetto della giunta, Raffaele Rinaldi. La questione non è nuova. Se ne parla da anni. La società russa del resto opera già in altre parti d’Italia. Ma ora ci potrebbe essere un’accelerazione. Da quanto è emerso la linea del governatore sarebbe per portare a termine la trattativa cercando di ottenere in cambio dello stoccaggio del gas, che la società russa porterebbe dall’esterno della Basilicata, dei benefici in termini economici e occupazionali. La questione è legata ovviamente a tutta la materia energetica per la quale la Basilicata da tempo mira a diventare un polo di eccellenza nel panorama nazionale. La discussione nel gruppo regionale del Pd si è incentrata proprio sugli obiettivi da perseguire e i benefit da ottenere. In particolare il presidente del consiglio regionale Vincenzo Folino e il consigliere Vincenzo Santochirico avrebbero “insistito” nei confronti del governatore per non accelerare con la considerazione secondo la quale si può ottenere di più sia in termini di vantaggi economici che di rassicurazioni ambientali. Secondo Santochirico e Folino, è quanto si è appreso dalle fonti, in realtà la ricaduta occupazione attuale non sarebbe superiore a 20 o 30 unità. Senza contare che gli ambientalisti e i cittadini della zona sono assolutamente contrari alla centrale di stoccaggio. Per questo sarebbe stato “consigliato” al governatore di coinvolgere la popolazione sulla decisione attraverso l’organizzazione di un referendum e di una petizione popolare. Oltretutto anche la posizione del protagonismo dei comuni interessati non è chiaro.
Salvatore Santoro
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